Tortura: l'Italia condannata per la scuola Diaz
- Scritto da Effe_Pi
La Corte Europea di Strasburgo ha accolto la denuncia di un manifestante veneto pestato dalla Polizia nel 2001, segnalando l'assenza di leggi adeguate.
Fu tortura, quella verificatasi durante il G8 di Genova del 2001, in particolare con l’assalto alla scuola Diaz e successivi pestaggi e maltrattamenti di manifestanti che dormivano nell’edificio. Lo ha sancito oggi la Corte europea per i diritti dell'Uomo, condannando oggi l'Italia in relazione all'irruzione della polizia nell’edificio scolastico. Nella sentenza pubblicata dal tribunale di Strasburgo, si condanna l'Italia per i maltrattamenti subiti dal ricorrente, il manifestante veneto Arnaldo Cestaro, all'epoca 61enne, cui è stato assegnato un indennizzo da 45mila euro. L'Italia è stata anche condannata per non essersi dotata di una legislazione adeguata per punire il reato di tortura.
In una pronuncia all'unanimità, il collegio presieduto da Paivi Hirvela ha stabilito che lo Stato italiano ha violato l'articolo 3 della convenzione sui diritti dell'uomo, che recita: "Nessuno può essere sottoposto a tortura né a pene o trattamenti inumani o degradanti". La Corte ha stabilito che il trattamento inflitto a Cestaro deve essere considerato alla stregua di una "tortura" e ha rilevato che la mancanza di pene proporzionate è dovuta all'inadeguatezza delle leggi italiane, che quindi devono essere cambiate anche per prevenire il ripetersi di possibili violenze da parte delle forze dell'ordine. Nel ricorso Cestaro, un ex partigiano la cui vicenda è stata anche raccontata nel film "Diaz" di Daniele Vicari, aveva affermato di esser stato brutalmente picchiato dagli agenti riportando lesioni che avevano richiesto un intervento chirurgico. La sentenza crea un precedente per altri ricorsi pendenti a Strasburgo in relazione ai pestaggi della polizia alla Diaz e nella caserma di Bolzaneto.
"Meno male che almeno su questo la Corte Europea non ha fatto altro che riconoscere la sentenza della Cassazione. Posso solo esprimere un giudizio di soddisfazione per il fatto che la Corte abbia riconosciuto che l'Italia aveva toccato il fondo". Così ha commentato Giuliano Giuliani, padre di Carlo, il ragazzo ucciso il 21 luglio del 2001 in piazza Alimonda durante gli scontri di piazza tra manifestanti e forze dell'ordine nell'ambito del G8 di Genova.