L’Ungheria di Orban e l’italiano medio (prima parte)
- Scritto da Effe_Pi
Il paese magiaro in questo periodo è indicato da molti come un esempio "virtuoso" da seguire: ma è davvero così? vediamo come funziona uno degli stati più critici verso le attuali politiche europee e "nemico" dei migranti.
L’italiano medio ai tempi del web ha bisogno di miti, paesi stranieri o singoli personaggi che rappresentino un’altra realtà, vera o fittizia che sia, diversa da quella del belpaese. L’italiano medio che si dice “informato” (di solito tramite Facebook) su quello che succede nel mondo, è sempre in servizio per smascherare complotti e falsità: in passato, tra i paesi da prendere ad esempio ci sono stati Islanda e Argentina, oggi lo stato amico della “gente” è diventato l’Ungheria, dei cui governanti viene apprezzato l’antieuropeismo di fondo, il fatto che nel paese non sia presente la moneta unica, la crescita economica ottenuta con ricette che si presumono diverse da quelle dell’austerità e l’atteggiamento poco amichevole verso “l’invasione” di profughi, in arrivo soprattutto dalla Siria.
Cosa c’è di vero? L’Ungheria oggi è governata da Viktor Orban, un politico di lungo corso, visto che è nel parlamento del paese dal 1990 e che lo ha già governato, oltre che negli ultimi cinque anni, tra il 1998 e il 2002. In quel periodo, Orban applicò ricette fortemente liberiste, liberalizzò molti settori economici e portò il paese nella Nato, stringendo rapporti più stretti con l’Unione Europea. Il leader magiaro negli ultimi anni ha portato invece avanti un progetto di riscrittura della Costituzione che in Italia si direbbe “a colpi di maggioranza”, proprio quello di cui i suoi fan italiani (in primis Beppe Grillo e Matteo Salvini) accusano il premier Matteo Renzi: tra le novità introdotte nella nuova carta fondamentale, contestata in piazza da migliaia di ungheresi, ampi riferimenti alla centralità della famiglia, della tradizione e della religione cristiana. Se si passa alle libertà individuali, nel 2014 il governo ungherese ha proposto restrizioni all’utilizzo di internet da parte dei suoi cittadini, con l’idea di far pagare addirittura una tassa da 150 fiorini (0,50 euro) per ogni gigabyte di traffico. Una proposta abbandonata solo dopo aver subito durissime contestazioni, ma che sembra rappresentare bene l’idea di democrazia di Orban, che ha elogiato in più occasioni stati autoritari come Cina, Russia e Turchia, sostenendo che l’Ungheria deve “abbandonare i metodi e i princìpi liberali nell’organizzazione di una società”, che secondo lui “includono la corruzione, il sesso e la violenza”.
Nonostante la crescita economica di cui parlano suoi sostenitori come Grillo, che secondo i critici sarebbe indotta dai fondi europei, utilizzati principalmente per opere pubbliche, l’Ungheria è un paese dove la vita quotidiana non è facile. (continua nella seconda parte…)