Tortura: la Camera introduce il reato ma è polemica
- Scritto da Effe_Pi
Secondo Sel e i penalisti la legge approvata dalla Camera è "pasticciata" e il reato dev'essere "proprio" del pubblico ufficiale.
Dopo anni di richieste, delusioni e segnalazioni da parte delle istituzioni europee e della associazioni per i diritti umani, finalmente anche in Italia entra nell'ordinamento il reato di tortura. Se ne è parlato per i fatti di Genova 2001 al G8 e in molte altre circostanze degli ultimi anni e oggi è diventato realtà: il provvedimento è stato approvato praticamente all'unanimità dalla Camera, e ora passa al Senato per diventare definitivamente norma di legge. Non mancano comunque le polemiche, in parlamento e fuori per una norma che viene considerata "pasticciata e insufficiente": tra i soddisfatti c'è comunque il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, secondo cui "l'approvazione del reato di tortura da parte del Senato è sicuramente una buona notizia poiché colma finalmente una lacuna giuridica ed adegua l'ordinamento italiano a quello internazionale. Il nostro sistema penale - aggiunge il guardiasigilli - compie in questo modo un passo avanti verso quella cultura giuridica propria degli Stati di diritto connotati con la capacità di essere garanti dei diritti fondamentali della persona". Il ministro rivendica anche "l'aggravante prevista per i pubblici ufficiali che abusino delle proprie funzioni" che è in "forte coerenza con la nostra Costituzione e con le convenzioni internazionali rendendo ancor più il diritto penale un efficace sistema di tutela dell'individuo".
Non del tutto d'accordo con l'analisi di Orlando è Sinistra ecologia libertà, che pure si batte da tempo per introdurre la tortura nel codice penale: infatti, il senatore Peppe De Cristofaro precisa che anche "se votiamo a favore del provvedimento che introduce il reato di tortura, che rappresenta comunque un passo avanti, riteniamo che questa legge costituisca un'occasione perduta". Sarebbe infatti stato necessario - prosegue il senatore - "fare della tortura un 'reato proprio' e collegarlo all'abuso di potere, giacché la tortura attiene precisamente agli arbitri del potere, come quelli che si verificarono a Genova nel luglio del 2001 o come quelli che sono costati la vita a Stefano Cucchi e Federico Aldovrandi". Per questo - conclude De Cristofaro - "consideriamo questa norma non un punto di arrivo ma una tappa intermedia. Riprenderemo immediatamente la nostra battaglia perché la tortura diventi a tutti gli effetti un reato proprio".
D'accordo sembrano essere i penalisti per cui "mentre la circostanza dell'introduzione per la prima volta nel nostro ordinamento del reato di tortura è attesa da trent'anni, non è meno vero che la soluzione che si sta delineando appare debole e contraddittoria". Anche secondo le Camere penali, infatti, il reato di tortura "dovrebbe essere un reato proprio del pubblico ufficiale, come per altro prescritto dalla Convenzione della Onu fin dal 1984. Viceversa il testo approvato al Senato introduce la fattispecie come reato comune aggravato nel caso in cui sia commesso dal pubblico ufficiale. Questo è un grave errore ed una soluzione pasticciata, anche perché in questa maniera la condotta prevista finisce per sovrapporsi a quelle prese in considerazione da altri reati già esistenti, invece quel che doveva essere chiaramente e severamente sanzionato è proprio il fatto che la persona nelle mani dello Stato sia sottoposta a violenze fisiche o morali, questo per il particolare disvalore che tale fattispecie dimostra".