Caso Becciu, perquisizioni della Gdf tra Roma e la Sardegna
- Scritto da Effe_Pi
Ci sarebbero dei fondi per opere caritatevoli distorti e usati per altri fini al centro dell’inchiesta della Procura di Sassari per riciclaggio.
Fondi destinati ad opere caritatevoli che dallo Ior e dalla Cei sarebbero finiti a Enti controllati da parenti e amici dell'ex sostituto per gli affari generali della Segreteria di Stato Angelo Becciu e che sarebbero stati utilizzati per altri fini: ruota attorno a questa ipotesi investigativa l'inchiesta della procura di Sassari per riciclaggio che ha portato la Guardia di Finanza ad eseguire una serie di perquisizioni tra Roma e la Sardegna. Ipotesi che sia i legali del cardinale sia quelli della diocesi di Ozieri respingono: Becciu è "del tutto estraneo" ai fatti e già a luglio gli accertamenti hanno "smentito sul piano contabile e documentale" le contestazioni.
Il filone d'indagine è uno di quelli emersi nel maxi processo sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato vaticana nato dalle indagini sull'acquisto del palazzo di Sloane Avenue e Londra, un'operazione immobiliare che si è risolta nelle settimane scorse con la vendita (che sarà perfezionata a giugno) al gruppo di private equity 'Bain Capital' e che avrebbe provocato una perdita per le casse della Santa Sede di circa cento milioni di sterline. Il processo, dopo lo stop di ottobre in seguito alla decisione del tribunale Vaticano di annullare parte dei rinvii a giudizio disposti a luglio, tra cui anche quello di Becciu, è ripreso a novembre ed entrerà nel vivo nelle prossime settimane. E tra le varie contestazioni nei confronti del cardinale c'è anche quella di aver finanziato o fatto finanziare la cooperativa del fratello Antonio, la Spes.
E' lì che sarebbero finiti 600mila euro della Cei e altri 225mila provenienti dallo Ior. Donazioni che sarebbero state "ampiamente utilizzate per finalità diverse da quelle caritatevoli alle quali erano destinate". Le perquisizioni eseguite questa mattina dalla Gdf di Oristano a Roma - nell'appartamento di una donna che sarebbe tra le beneficiarie del denaro - ma anche a Ozieri, Pattada e Bono, in provincia di Sassari, hanno dunque riguardato una serie di soggetti che alla luce degli accertamenti bancari avrebbero ricevuto quei fondi, con l'obiettivo di acquisire tutta la documentazione contabile e fiscale utile alle indagini. Perquisizioni che seguono quelle già effettuate a luglio dell'anno scorso su mandato del pm di Roma Maria Teresa Gerace,a seguito della richiesta del Vaticano, nelle sedi della Spes,della diocesi di Ozieri e della la Caritas. I soldi, secondo le indagini, sarebbero finiti su quelli di familiari e amici di Becciu o comunque a persone collegate a lui o ai suoi familiari, prendendo strade diverse da quelle per le quali erano stati stanziati.
Ipotesi che i legali di Becciu respingono al mittente. "Siamo sereni, il cardinale è del tutto estraneo alle iniziative e dalla gestione assunte dalla Diocesi" dicono gli avvocati Fabio Viglione e Maria Concetta Marzo sottolineando che l'iniziativa della procura di Sassari è la conseguenza delle conclusioni degli investigatori vaticani, "che riteniamo platealmente infondate" e che devono "essere ancora esaminate dal tribunale vaticano". E parlano di un'iniziativa "incomprensibile e destabilizzante", nonché "infondata", anche gli avvocati della diocesi di Ozieri e del suo 'braccio operativo', la Cooperativa Spes: la diocesi, afferma una nota dello studio Luigi Pisanu e Ivano Lai, "ha operato nel rispetto delle finalità religiose e solidali anche sul piano economico, impegnando le proprie risorse nello spirito di interventi mai affrancati da comprovate situazioni di disagio individuale, familiare o lavorativo". Le somme sono "regolarmente documentate, contabilizzate e rendicontate nell'inequivocabile e incontestabile assenza di interferenze o condizionamenti da parte di alcuno e men che meno- concludono gli avvocati - dal cardinale Angelo Becciu, del tutto estraneo alle iniziative dell'ente religioso".
Foto | Daria Focht su Flickr