Costituzione: dal Senato secondo sì a modifica
- Scritto da Effe_Pi
Superato il quorum dei due terzi, a favore maggioranza e Lega contrari solo Sel e Cinque stelle.
Primo passo oggi al Senato verso la modifica della Carta Costituzionale, con i partiti della maggioranza che sostiene il governo Letta (più la Lega) che hanno approvato, con numeri superiori ai due terzi dell’aula (rendendo così impossibile l’eventuale referendum confermativo) l’istituzione del cosiddetto “Comitato dei 42”. In pratica, ad essere votato è stato un Disegno di legge costituzionale che una volta approvato dalla Camera in seconda lettura (entro dicembre) affiderà a un comitato di 42 parlamentari il compito di riscrivere la seconda parte della Costituzione, modificando anche l’articolo 138, quello che regola proprio le modifiche alla Carta, e rendendo tutta la procedura ancora più veloce.
Proprio su questa modifica, insieme all’assenza della volontà di consultare i cittadini col referendum, si concentrano le critiche del Comitato "Costituzione: la via maestra" che ha manifestato a Roma lo scorso 12 ottobre, oltre che dei gruppi che in parlamento hanno votato contro, vale a dire Sel (Sinistra Ecologia Libertà) e Movimento 5 Stelle. In realtà, il quorum dei due terzi è stato superato per soli quattro voti (218 su un minimo di 214), e ci sono state defezioni sia nel Pdl che nel Pd. Dura la reazione dei contrari, con i senatori di Sel che al momento del voto hanno indossato per protesta il fazzoletto rosso dei Partigiani. Prima della votazione finale avevano consegnato al ministro delle riforme Quagliariello una voluminosa copia della Costituzione e degli atti dei lavori dell'Assemblea Costituente.
Il leader del movimento di sinistra, Nichi Vendola, ha parlato di “uno strappo alla Costituzione che aggrava il nostro giudizio sulla maggioranza e il governo. Manomettere la Costituzione, con questo governo e questa maggioranza, è un gioco d’azzardo”. Il Movimento 5 Stelle ha affermato, con un comunicato dei suoi senatori, che Pd e Pdl sono riusciti “a violentare l'articolo 138 della Costituzione, la valvola di sicurezza della nostra Carta”. Solo cinque senatori Pd, aggiungono i “cittadini” senatori (Casson si è astenuto, Mineo, Tocci, Amati, Turano non hanno partecipato al voto) “hanno provato a contrastare il raggiungimento dei due terzi di voti. Paradossalmente sono stati di più i senatori del Pdl ad astenersi (11). Se Pd e Pdl non hanno paura dei cittadini e sono così sicuri delle loro azioni perché non indicono un referendum sulla deroga all'articolo 138?" hanno concluso i parlamentari del movimento fondato da Beppe Grillo.