Agricoltura in crescita al Sud, Sardegna al sesto posto
- Scritto da Maris Matteucci
La Sardegna è tra le sei Regioni che maggiormente hanno contribuito alla crescita del Pil nel 2015: ad affermarlo è il Rapporto Ismea Svimez sull'agricoltura del Mezzogiorno
Dati incoraggianti arrivano dal Rapporto Ismea Svimez sull'agricoltura del Mezzogiorno presentato a Montecitorio: il 2015 ha segnato per tutto il Sud un anno di crescita. Percentuali non altissime ma che comunque fanno ben sperare per una parte di Italia che invece è stata sempre identificata come l'anello debole dell'economia.
E invece i numeri parlano chiaro: Basilicata, Calabria, Molise, Campania, Sicilia e Sardegna hanno contribuito in modo massiccio all'aumento dei profitti ottenuti dalla agricoltura italiana e adesso non si può che sperare che questo trend continui anche negli anni a venire. Nel solo 2015 il Pil del Sud ha fatto registrare una crescita dello 0,8%, contro lo 0,5% del Centro-Nord: piccole percentuali che però denotano un grande impegno profuso, da parte delle Regioni del Mezzogiorno, per uscire dalla crisi. Sempre secondo il Rapporto precedentemente menzionato, nella prima metà del 2016 l'occupazione giovanile in agricoltura è cresciuta dell'11,3% in Italia e del 12,9% al Sud. Decisivo il contributo del lavoro a tempo pieno (+14,4%). E sono aumentate tantissimo anche le imprese agricole guidate da giovani che, grazie d incentivi e alla rinnovata passione per la terra, hanno deciso di investire le loro forze e i loro risparmi proprio in agricoltura. Secondo il presidente di Svimez, Adriano Giannola, il Sud dell'Italia, che fino ad oggi era visto come un problema e una zavorra per l'economia tricolore, potrebbe adesso diventare una importante opportunità da sfruttare: "Una potenzialità in atto, non in potenziale. Ma ora è necessario consolidare la ripresa. Con una politica dei porti per cogliere le opportunità di sviluppo e riconversione industriale dal traffico-merci. Se facciamo di Taranto un hub dedicato all'agroindustria rimettiamo in moto 20 milioni di persone come produttori-consumatori e li trasformiamo in influencer".
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