Trivelle e terremoti: ora li lega anche la scienza
- Scritto da Effe_Pi
Secondo il servizio geologico degli USA è dimostrato il legame tra i sondaggi alla ricerca di petrolio e altri gas e l'aumento del numero di scosse degli ultimi anni in Oklahoma.
Le trivellazioni causano i terremoti? finora era solo una teoria, che però viene sempre più avvalorata anche dalla scienza. Sta succedendo ad esempio negli Stati Uniti, dove è il servizio geologico nazionale (USGS) ad avvalorare l’ipotesi che le trivellazioni alla ricerca di petrolio possano aver reso l’Oklahoma, uno degli stati dove queste sono più diffuse, uno degli stati più sismici dell’unione, addirittura alla pari con la California, tradizionalmente soggetta a disastrosi terremoti. L’anno scorso, racconta la rivista Time, ci sono stati quasi 6mila terremoti nello stato, famoso anche per le sue leggi permissive sulla cannabis: 900 di questi movimenti tellurici avevano una magnitudine 3 o superiore, sempre secondo USGS.
Secondo gli scienziati, l'aumento delle scosse sarebbe dovuto alla presenza di “centinaia di pozzi di smaltimento d’acqua di mare che pompano acqua salmastra, la quale viene in superficie in modo naturale durante le perforazioni”. L'USGS ha rilasciato quindi una nuova mappa di pericolosità nazionale che include, per la prima volta, i terremoti artificiali e porta parte dell’Oklahoma allo stesso livello di sismicità della California.
Una notizia importante, in tempi di referendum sulle trivellazioni come quello che è previsto in Italia e in Sardegna per il prossimo 17 aprile: trattandosi di perforazioni in mare, il problema è infatti esattamente lo stesso.
E’ vero che l’eventuale vittoria del “Sì” nella prossima consultazione non avrebbe l’effetto di impedire nuovi sondaggi, peraltro già proibiti in mare entro le 12 miglia dalla costa, ma avrebbe “solo” l’effetto di rimettere in discussione le concessioni già esistenti (la maggior parte delle quali per giacimenti di gas naturali), però in ogni caso sarebbe un segnale contro questo tipo di azioni. Peraltro, anche un’eventuale successo dei contrari alle piattaforme non sarebbe del tutto tranquillizzante da questo punto di vista, dal momento che non condizionerebbe la concessione di eventuali nuove trivellazioni sulla terraferma né a più di 12 miglia dalle coste anche sarde, come previsto dal decreto “Sblocca Italia” e finora mai smentito dal governo e della maggioranza che l’hanno approvato.