I 10 motivi per cui la destra ha vinto le elezioni
- Scritto da Effe_Pi
Analisi del voto il giorno dopo tra gli sconfitti e i vincitori del 25 settembre, ecco le dieci ragioni che più di tutte hanno portato alla vittoria della destra guidata da Giorgia Meloni.
1- La coerenza. Quella che va riconosciuta soprattutto alla Meloni, che infatti è la vera vincitrice con due alleati ridotti ai minimi storici. Le sue parole d’ordine sembrano essere le più attrattive, ma anche essere stata sempre all’opposizione nella scorsa legislatura, coi due governi Conte e poi con Draghi, ha pagato ottimi dividendi politici.
2- Le divisioni altrui. Se si sommano i voti di centrosinistra, 5 Stelle e Terzo Polo, col senno del poi la vittoria degli anti destra sarebbe netta. E’ vero però che non si sommano mele e arance, e che probabilmente alcuni di questi soggetti avrebbero preso meno voti in alleanza, è anche vero però che nel peggiore dei casi avrebbero perso di poco e nel migliore avrebbero almeno pareggiato, vincendo come minimo metà dei collegi uninominali che hanno perso, dove sommati hanno superato spesso anche di 20 punti lo schieramento meloniano.
3- La legge elettorale. Corollario del punto 2, il Rosatellum premia le alleanze, anche tattiche, puramente elettorali e spurie. Come quella della destra, dove Meloni, Salvini e Berlusconi si parlano a malapena. Il premio di maggioranza alla coalizione con più voti e il fatto che il candidato uninominale con un voto in più prende tutto hanno devastato gli avversari della leader Giorgia e regalato a lei una maggioranza molto più ampia di quanto direbbe il voto popolare.
4- Il Covid. Si tende a scordarselo, ma in Italia per due anni c’è stata una minoranza di massa “invisibile”, manco troppo, contraria alle mascherine, i vaccini, le restrizioni di ogni tipo. Questa si è riversata in massa su FdI nelle urne, visto anche il fallimento dei vari fronti del dissenso. Le sparate più o meno ambigue sul virus e la sua gestione hanno avuto un peso molto più grande di quanto possa sembrare, e così Meloni è andata all’incasso.
5- Guerra e caro bollette. L’impennata dei costi di gas e luce, benzina e ogni altro bene fondamentale per trasporto o riscaldamento sta pesando moltissimo sulla vita di sardi e italiani, certo non è la destra ad avere la soluzione in mano, ma i suoi distinguo sulla crisi in Ucraina e le accuse al governo Draghi su questi temi, anche da parte di chi era in maggioranza, hanno lasciato il segno. Una volta si accusava la sinistra storica di occuparsi troppo della libertà di popoli lontani come cileni o argentini, ora succede lo stesso con gli Ucraini. Tra la libertà e il riscaldamento, la scelta proposta da Draghi sembra aver trovato nelle urne una risposta chiara.
6- I governi locali. La destra governa nella maggior parte delle regioni e in moltissimi comuni. Ad esempio succede in Sardegna, dove la giunta Solinas è tra le meno apprezzate eppure lo schieramento che lo sostiene ha vinto ugualmente, anche se in maniera meno netta che altrove. La destra -come accade anche nelle Marche, in Umbria o ad esempio in Lombardia, dove la regione è stata ferocemente criticata per la gestione della pandemia – è riuscita a far dimenticare le sue magagne territoriali. L’effetto Meloni ha cancellato i dubbi locali, poi si vedrà se la stessa cosa accadrà anche alle prossime amministrative, a partire dalle regionali nell’isola e dalle comunali a Cagliari.
7- La leadership. La Meloni non è forse la leader più carismatica che si possa immaginare, almeno all’apparenza, ma ha creato una fiamma (non è ironico) di viralità, a partire da quel “Sono Giorgia, sono madre, sono italiana” finito sui profili TikTok e Instasgram di tutti gli italiani. Era già successo in precedenza ai 5 stelle e Beppe Grillo, a Renzi e – pensa un po’ – a Matteo Salvini. Per loro è durata pochino, vedremo per Giorgia, il cui tormentone è stato tradotto in decine di lingue per i destrorsi di tutta Europa e oltre.
8- Le corporazioni. Durante il fascismo di cui molti accusano Meloni di essere nostalgica erano uno dei punti di forza del regime. Sono i gruppi di interesse, quelli poi ribattezzati lobbies, che rappresentano legittimamente varie categorie economiche. Tassisti, balneari, pescatori, edili e molti altri: non vogliono che in nessun modo vengano toccati i diritti acquisiti, minacciati soprattutto dal liberista Draghi, e si sono affidati in massa all’unica – dicono loro – che li abbia ascoltati. Giorgia appunto
9 – Lo snobismo. Non tanto il suo quanto quello di una sinistra, specie di area Pd, che sembra sempre voler dare lezioni e trattare un po’ con sufficienza non solo gli avversari, ma gli stessi elettori. Questo nella realtà quotidiana la rende invisa a tanta gente normale che presenta problemi concreti, magari in modo rozzo e discutibile, e si sente guardata dall’alto in basso quando non ignorata. Ma da Giorgia no, dicono molti di loro.
10 – Il politicamente corretto. Le femministe, che non si può più dire a una donna che è bella, e gli omosessuali che diventano troppo “spudorati” in pubblico e su cui non si possono più fare battute e i ragazzini tutti “fluid”, i diversamente colorati che in fondo sono ospiti e non si può dirgli niente. E poi i giovani che non vogliono lavorare per colpa del reddito di cittadinanza, quelli che dicono che bisogna usare poco la macchina che inquina, mangiare meno carne per il pianeta, magari non buttare nemmeno la spazzatura dove non si può. E tante altre cose, alcune anche divertenti o discutibili certo, i sacchetti di plastica a 2 centesimi, la pasta fatta di insetti che diventerà obbligatoria, e le scie chimiche, e la terra piatta e per chi avranno votato tutti questi?
11 (special guest) – Give fascism a chance. Non è un appello né un'accusa di nostalgia: è il titolo di una storia di Peter Bagge, autore underground americano di fumetti che una ventina d’anni fa disegnava personaggi ribelli, rockettari, disillusi, interessati al sesso, all’alcol e all’erba, come tantissimi giovinastri del resto. In questa breve storia autobiografica lui, spesso identificato coi suoi grungers, mostra come - invecchiato e dopo aver avuto una bimba piccola – al termine di un giro al parco tra barboni, drogati e altri tipi poco raccomandabili decida… di dare al fasicsmo una possibilità.
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