In piazza per la Grecia l'Italia anti austerity - Fotogalleria
- Scritto da Effe_Pi
In piazza anche in Italia i sostenitori del governo Tsipras, che dopo la vittoria elettorale cerca di spezzare le catene dell'Austerity europea, ieri in migliaia hanno sfilato a Roma.
La Grecia è vicina, si potrebbe dire parafrasando un famoso film che parlava della Cina degli anni ’70: ma il paese ellenico è più vicino in tutti i sensi, geografico, culturale e sociale, quindi più semplice prenderlo a modello ed esserci solidali. La Grecia, dopo anni di crisi durissima che ha creato una situazione di allarme umanitario, è oggi il principale laboratorio politico d’Europa, dopo che le recenti elezioni hanno visto la vittoria di Syriza, la coalizione della sinistra radicale guidata da Alexis Tsipras, che ora governa il paese. Questo evento, che ha visto formarsi nel cuore del continente un governo che rifiuta in toto le politiche di austerity della Trojka europea, finora individuate come l’unica possibile soluzione per affrontare la crisi, ha creato speranza in molti paesi, e non a caso anche in Italia è stato salutato con gioia perfino eccessiva, anche da coloro che a sostenere Tsipras alle ultime elezioni europee (quando era candidato a presidente della Commissione) non ci pensavano neanche.
Così, chi ha sempre appoggiato il leader greco ha deciso in questi ultimi giorni di scendere in piazza con presidi e cortei, culminati in quello nazionale di ieri a Roma, cui ha aderito praticamente tutta la sinistra rimasta nel paese, da Sinistra ecologia libertà a Rifondazione comunista fino alla lista “L’altra Europa con Tsipras” e a grossi pezzi di sindacato (Fiom Cgil in particolare). Migliaia di persone hanno sfilato per le vie di Roma, per solidarietà col governo greco e la sua battaglia contro le rigidità dell’Europa e della Germania, ma anche contro il tentativo di impadronirsi di una vittoria che chi ha sostenuto Tsipras nei mesi e gli anni scorsi sente come propria, anche oggi che personaggi come Beppe Grillo e Matteo Renzi si dicono favorevoli alle posizioni elleniche, salvo poi portare avanti o proporre politiche economiche di tutt’altro tipo.
La strada è lunga per realizzare anche in Italia qualcosa che somigli a Syriza (o allo spagnolo Podemos, che viene dato tra i favoriti nelle imminenti elezioni), ma chi era in piazza ieri ci crede, e per prima cosa vorrebbe l’unità dell’esistente, che finora c’è solo per le manifestazioni ma andrebbe coltivata a livello generale, come anche una serie di pratiche (dalla coerenza delle posizioni al mutualismo esercitato lavorando con chi è colpito dalla crisi) di cui troppo spesso la sinistra nostrana si è scordata. Negli ultimi mesi, si è scavato un solco profondo con il Partito democratico, ormai stabilmente alleato con una parte della destra italiana ma soprattutto deciso a portare avanti politiche che da sinistra vengono viste in continuità con quelle dell’austerità, dal Jobs act a quella riforma della Costituzione che ha portato perfino alla rissa in parlamento tra i democratici e i deputati di Sel. Un momento talmente favorevole alla crescita di una “nuova sinistra”, dal punto di vista sia internazionale che interno, che verrebbe da chiedersi “Se non ora quando?”, se non fosse che visti i precedenti si ha un po’ paura a sentire la risposta.
Fotografie di Gemma Romano