Diritti umani: Amnesty International contro l'Italia
- Scritto da Effe_Pi
L'associazione umanitaria critica il governo per le politiche su omosessuali, migranti, rom e tortura: nel 2015 morte nei nostri mare oltre 2900 persone che tentavano la traversata.
I diritti umani? in Italia ancora sono poco garantiti. Questa almeno è l’opinione di Amnesty International, che nel suo rapporto annuale critica duramente il l’Europa intera e il belpaese in particolare, per le sue politiche arretrate su migranti, Rom, omosessuali, detenuti e tortura. Sul tema della coppie gay, che in questi giorni è il più caldo nell’opinione pubblica, Amnesty sottolinea l’assenza di una legislazione simile a quella di tutti gli altri paesi avanzati, e ricorda che i giudici peraltro hanno già deciso su alcuni dei temi di dibattito, come accaduto a dicembre 2015, quando la corte d’appello di Roma ha riconosciuto “il diritto di una donna ad adottare formalmente la figlia nata dalla sua partner di sesso femminile a seguito d’inseminazione artificiale”. Perfino più grave la situazione immigrazione, con 2900 persone morte nei mari italiani mentre tentavano la traversata, strage che nei primi mesi dell’anno scorso è stata causata anche dalla fine dell’operazione “Mare Nostrum”, tanto è vero che la situazione è migliorata con l’intervento degli altri paesi europei per un pattugliamento marino più costante.
Problemi anche sull’accoglienza, come sull’inclusione dei rom, sulla quale Amnesty parla di “incapacità del governo di applicare efficacemente la strategia nazionale”, che a quasi quattro anni dalla sua adozione, non ha visto “progressi significativi per offrire alloggi alternativi adeguati a famiglie rom che non erano nella condizione di mantenersi”. Questo ha fatto sì che continuino ad esistere campi monoetnici che creano degrado nelle zone in cui si trovano, nonostante la “sentenza storica” con cui, a maggio, il tribunale civile di Roma ha riconosciuto che l’assegnazione di alloggi ai rom nel campo monoetnico di La Barbuta, nei pressi dell’aeroporto di Ciampino, in una zona considerata inadatta all’abitazione umana, costituiva una condotta discriminatoria e doveva essere interrotta”.
Ad aprile, la camera ha approvato “un disegno di legge per integrare il reato di tortura nel diritto interno,” che non è però stato adottato dal senato. Niente di fatto anche sull’obbligo, presente in molti paesi europei, di dotare “di distintivi identificativi le uniformi degli agenti della forza pubblica, una misura che avrebbe potuto agevolare l’individuazione delle responsabilità in caso di abusi”. Tortura che secondo la Corte europea dei diritti umani c’è stata nel caso dell’irruzione nella scuola Diaz di Genova, durante il summit del G8 nel 2001: per questo, nessuna condanna dai tribunali italiani, visto che il reato non esiste nel nostro ordinamento. A dicembre poi, ricorda l’associazione, il presidente Mattarella ha concesso la grazia a un agente della Cia e una grazia parziale a un altro; entrambi erano stati precedentemente condannati in contumacia da tribunali italiani per il loro ruolo nel rapimento e nella rendition di Abu Omar, avvenuto a Milano nel 2003: operazione per la quale nei giorni scorsi l’Italia ha subito una nuova condanna dalla Corte Europea. Nonostante le promesse del governo Renzi, infine, ancora una volta l’Italia “non è riuscita a creare un’istituzione nazionale per i diritti umani in conformità ai Princìpi relativi allo status delle istituzioni nazionali (i cosiddetti Princìpi di Parigi)”.