Migranti: quando gli extracomunitari erano sardi
- Scritto da Effe_Pi
Dall'isola sono partiti in milioni subendo razzismo: nel paese della Bossi - Fini bisognerebbe ricordarlo.
L'emigrazione: un diritto, un problema, una possibilità, un reato. Tutti termini che sono stati usati, negli ultimi anni, per definire questo fenomeno che interessa le società moderne, e in particolare quelle di "confine" come l'italiana e la sarda. Negli ultimi dieci - quindici anni, però, sono prevalse di gran lunga parole come "problema" e reato, tanto è vero che ancora oggi, sul nostro territorio, vige una legge che contempla il reato di clandestinità, la cosiddetta Bossi - Fini, dal nome dei due autori, politici di grande potere negli anni scorsi e oggi decaduti, a differenza della norma che hanno firmato.
L'immigrazione diventa, in maniera un po' ipocrita, un termine con accezione positiva solo quando ci sono tragedie come quella di oggi a Lampedusa, che poteva anche succedere in Sardegna, visti i tanti sbarchi degli ultimi anni. Nel mare siciliano sono morti circa 300 migranti che cercavano di arrivare nell'isola con il solito barcone della morte, e molti italiani si sono commossi; ma per tutto il resto del tempo loro come i siciliani e perché no anche i sardi, dimenticano troppo spesso di essere un popolo di emigranti.
Lo racconta il deputato di Sel Michele Piras, quando dice "mio padre e mia madre partirono dalla Sardegna per la Germania all’alba degli anni ’60, non furono costretti a viaggiare su un barcone ma presero una nave di linea, lavorarono regolari ed io nacqui nel 1972 cittadino tedesco per diritto di suolo e cittadino italiano per diritto di sangue. Quello era un Paese civile già negli anni ’60. Noi nel 2013 abbiamo ancora la Legge Bossi-Fini". Accusiamo i tedeschi di imporci leggi sbagliate, ma siamo capacissimi di farcele da soli, mentre le loro continuano ad essere più civili delle nostre, Merkel o no.
Si calcola che oltre 500mila sardi vivano ancora oggi da emigrati fuori dall'isola: in due soli anni, a fine '800, furono in 5mila 200 ad andare negli Stati Uniti, in seguito migliaia e migliaia di altri sarebbero andati a lavorare in Germania, Francia, Belgio, ma anche Argentina ed Africa. E non sempre sono stati trattati benissimo, anzi a loro volta hanno subito razzismo e xenofobia, addirittura in forma sanguinaria come è successo nel 1911 ad Itri, dove l'odio antisardo, fomentato dalla camorra, ha portato a una vera e propria strage di decine di "sardegnoli", come li chiamavano. Ricordiamolo sempre, prima di scagliarci contro gli "extracomunitari", che siano "niedduzzusu" o "arabbusu" come troppo spesso vengono chiamati anche da noi.