Strage di Brescia: giustizia dopo 41 anni
- Scritto da Effe_Pi
Condannati all'ergastolo per la strage di Piazza della Loggia del 1974 un neofascista veneto di Ordine Nuovo e un ex informatore dei servizi segreti: sembra finalmente risolto uno dei misteri degli "Anni di Piombo".
È arrivata dopo 41 anni la sentenza che potrebbe mettere la parola fine sulla vicenda giudiziaria relativa alla strage di Piazza della Loggia, a Brescia, del 28 maggio 1974, in cui morirono per l’esplosione di una bomba durante una manifestazione antifascista otto persone, con circa 100 feriti. La corte di Assise di Appello di Milano ha condannato all'ergastolo l'ex esponente dell’organizzazione terroristica di estrema destra Ordine Nuovo, Carlo Maria Maggi, e l'ex fonte dei servizi segreti Maurizio Tramonte. Il verdetto è stato definito "decisivo per la storia del Paese" da Manlio Milani, presidente dell'associazione familiari vittime di Piazza della Loggia, che perse la moglie. A commentare le condanne la presidente della Camera Laura Boldrini, che ha ringraziato i familiari “per la tenacia e il coraggio con i quali stanno portando avanti da 41 lunghi anni la lotta per la giustizia e la verità”. La Boldrini si è anche augurata che la sentenza serva “a far luce su molti altri angoli bui del periodo degli anni di piombo”.
Maggi e Tramonte dovranno anche versare un risarcimento di oltre 4 milioni e mezzo di euro ai familiari delle vittime, un milione e mezzo dei quali a Giorgio Trabeschi, che all’epoca dei fatti aveva solo un anno e mezzo e perse entrambi i genitori. Un milione di euro anche al Comune di Brescia e 300mila alla Camera del Lavoro della città lombarda, con risarcimenti per i sindacati che organizzarono la manifestazione di 41 anni fa. La sentenza arriva al termine di una tormentata vicenda giudiziaria che ha coinvolto in pieno il neofascismo armato degli anni ’70, tra condanne, assoluzioni e omicidi in carcere come quello di Ermanno Buzzi, che aveva avuto l’ergastolo in primo grado e venne strangolato nel 1981, nel supercarcere di Novara, dai neofascisti Mario Tuti e Pierluigi Concutelli.