Mafia: droga, armi e rifiuti i business sardi
- Scritto da Effe_Pi
Secondo la relazione della Direzione nazionale antimafia l'isola è un territorio sempre più appetibile per le cosche, che si collegano ad organizzazioni autoctone con affari in molti settori.
La Sardegna è una terra sempre più appetibile per attività di tipo mafioso. L’isola infatti si conferma un crocevia della droga, territorio di interesse per la criminalità organizzata sia per stupefacenti e armi che per la gestione e smaltimento dei rifiuti solidi urbani, oltre che nel settore delle energie rinnovabili. E' lo spaccato che emerge nella Relazione 2014 della Direzione nazionale antimafia (Dna) relativamente all'attività svolta dal distretto della Dda di Cagliari. Nella sua analisi, il consigliere Filippo Spiezia, traccia un quadro completo della situazione della criminalità organizzata nell'Isola. Emerge che nel periodo di tempo preso in esame (1 luglio 2013-30 giugno 2014) la criminalità organizzata sull'Isola opera soprattutto nel traffico di stupefacenti, favorita dal proibizionismo ancora imperante. Nell'ultimo periodo sono infatti cresciuti esponenzialmente i sequestri di droga.
La Sardegna è terra di consumo di stupefacenti pesanti mentre per quanto riguarda la marijuana la produzione eccede rispetto all'autoconsumo. Rilevanti i sequestri di cocaina con arresto dei corrieri che dimostrano da un lato l'azione delle forze di polizia e dall'altro giustificano un "forte allarme sulla estensione del mercato del narcotraffico nell'isola sarda, in cui è sempre più forte il ruolo di gruppi criminali stranieri”. Secondo la Dna "l'Isola si conferma essere crocevia di importanti rotte relative al traffico di sostanze stupefacenti nel Mediterraneo, sia quale destinazione finale, sia perché spesso le sue coste vengono utilizzate come ponte per il trasporto della sostanza (importata dal Marocco e dalla Spagna) destinata al continente. Da alcune indagini svolte è emerso che, in determinate aree geografiche, il traffico di stupefacenti corre parallelo con il traffico di armi".
Nella relazione vengono elencati i collegamenti con i gruppi criminali della penisola: "risultano giudiziariamente acclarati rapporti con altri gruppi criminali operanti in altre regioni (Calabria, Campania) che cominciano ad avere stabili relazioni di collaborazione criminale con gruppi sardi". Infine nella relazione della Dna si segnalano possibili infiltrazioni della criminalità organizzata in settori come le fonti di energia rinnovabile, gli appalti dei rifiuti solidi urbani o lo smaltimento dei cadaveri dei suini affetti da peste suina e delle pecore colpite dalla blue tongue. "Per quanto riguarda l'investimento nelle energie rinnovabili diversi sono i filoni investigativi avviati - è scritto nella relazione -. Relativamente al ritiro dei rifiuti solidi urbani quale è praticato nei piccoli centri, essendo l'investimento accessibile anche agli imprenditori locali, si generano fenomeni di concorrenza risolti talvolta con la violenza e con l'impiego di forme di intimidazione finalizzate a condizionare i comportamenti gestionali, con forme pericolose e sotterranee di controllo degli appalti pubblici. Su queste ipotesi è in corso un'indagine che la Dda conduce con i Carabinieri e che ha radici nel Centro-Sardegna".