Mega yacht nelle aree protette della Sardegna
- Scritto da Effe_Pi
I ministeri dei trasporti e dell'ambiente danno il via libera alle grandi barche da diporto in zone come La Maddalena, Asinara, Sinis e altre: ora potranno avvicinarsi a meno di due miglia dalle Amp.
Arrivano i mega yacht anche nelle aree marine protette della Sardegna. Infatti, un provvedimento amministrativo interno del ministero delle Infrastrutture e Trasporti, di concerto con il ministero dell'Ambiente, riconosce nei fatti alle grandi imbarcazioni da diporto uno status particolare, che consente di derogare alla norme contenute nel cosiddetto decreto Clini. I mega yacht quindi non saranno più obbligati a tenersi distanti oltre le due miglia dalle zone marine protette, ma “nel rispetto di tutte le norme e sottoposti a costante monitoraggio”, potranno fruire della bellezza delle coste italiane, portandosi sotto costa in luoghi come La Maddalena, l’Asinara, la Penisola del Sinis, tanto per fare qualche esempio sardo.
In precedenza, stando proprio al decreto che portava il nome dell’ex ministro Clini, i mega yacht erano equiparati in tutto e per tutto alle navi passeggeri, alle navi da crociera e ai mercantili, prevedendo per l'appunto l'obbligo di navigazione e di eventuale ancoraggio oltre il limite delle due miglia dai confini delle zone marine protette. Per la sezione yacht di Federagenti si tratta di “un successo”, come afferma il presidente Giovanni Gasparini, visto che “si compie, grazie anche all'impegno e alla sensibilità della Direzione generale del ministero, un deciso passo in avanti anche rispetto alla circolare già in vigore: si riconosce di fatto l'importanza, in aree particolari come la Sardegna e la Liguria che rischiavano di essere tagliate fuori dai benefici del grande turismo nautico, di stabilire nuove regole coerenti con la doppia esigenza primaria di tutelare le aree marine protette, e quella di attirare verso l'Italia flussi, economicamente molto importanti, di diportisti di alta gamma".
Il provvedimento prevede che spetti ai comandanti, all'armatore o proprietario e ai raccomandatari che lo rappresentano il compito di redigere una sorta di autocertificazione nella quale si afferma che lo yacht in questione svolge attività di diporto nautico. Le dichiarazioni ed eventuali contratti di noleggio saranno inviati al ministero e saranno contenti i nostalgici degli yacht in Sardegna come Flavio Briatore. Insomma, dopo impianti offshore, trivelle, basi militari e inquinamento da centrali e grandi industrie, il mare della Sardegna, in particolare proprio quello delle zone più delicate e sensibili da un punto di vista ambientale e degli habitat, rischia di essere minacciato anche da barche di grossa stazza, che presto potremmo trovare attraccate nei luoghi più meravigliosi e incontaminati dell’isola. Un prezzo da pagare per fruire al massimo della ricchezza portata dal turismo o un inaccettabile attacco alle risorse naturali di tutti i sardi?