Esteri: la Russia si prepara a un’altra guerra fredda
Scorte di lungo periodo, rifugi antinucleari ed esercitazioni da periodo bellico: la Russia di Putin prepara un nuovo conflitto con USA e occidente, ma anche questo probabilmente in campo neutro.
È incredibile come si sia passati, in pochi anni, da un clima da fine della storia a uno che sembra da imminente terza guerra mondiale, o quantomeno ritorno alla Guerra fredda e al mondo diviso in blocchi di prima del 1989. I segnali arrivano da più parti, e se il teatro principale del conflitto in questo momento è la Siria, la tensione prebellica si sta spostando nei paesi europei: dopo le polemiche delle scorse settimane sulle (vere o presunte) misure di emergenza in Germania, ora è la Russia che sembra prepararsi a un conflitto di lunga durata. Il Presidente Vladimir Putin, dopo aver fatto negli ultimi tempi dell’interventismo in Medio oriente la sua bandiera, sembra temere ritorsioni dall’Europa e dagli USA, e il primo segnale è nella cancellazione dell’incontro col suo omologo francese Hollande: ma non è l’unico, visto che nella periferia di Mosca si è avviata una raccolta di fondi per costruire un rifugio anti atomico, che fa davvero URSS di una volta, e il governatore di San Pietroburgo ha ordinato di accumulare riserve di grano, affermando che le autorità cittadine devono essere in grado di garantire alla popolazione 300 grammi di pane per 20 giorni.
La Russia si prepara ad attacchi esterni
Nel paese si compiono sempre più frequenti esercitazioni di Protezione civile che simulano attacchi dall’esterno, e nei quartieri delle città vengono affissi manifesti in cui si parla di possibile “aggressione nucleare” da parte degli Stati Uniti e dei loro alleati. Che si tratti di vero allarme o (com’è più probabile) di un’altra forma della multiforme propaganda di Putin, che compatta la propria popolazione mentre mostra i muscoli agli avversari, è comunque un fatto sicuramente storico, che riporta alla contrapposizione tra blocchi in perfetto stile Guerra fredda, seppur in una situazione molto più composita di quanto non accadesse prima del 1989. I russi sono accusati di finanziare o tentare di favorire i soggetti politici che nei paesi occidentali potrebbero portare loro dei vantaggi, da Trump negli USA alla Le Pen in Francia fino ai leghisti italiani, ed i loro massacri in Siria, come quelli di Aleppo, non bastano per togliere ad una parte dell’opinione pubblica occidentale la sensazione che siano gli unici a battersi veramente, mettendo in campo tutta la loro forza militare, contro il temibile Stato islamico.
E gli USA aiutano Al Qaeda
D’altronde è vero anche che, come scritto da molti analisti, gli USA in Siria stanno da tempo sulla stessa parte della barricata di ad Al Nusra (in pratica gli omologhi siriani di Al Qaeda), per contrastare i soldati filo Assad, sostenuti da Iran e Russia: come capitava decenni fa con la Corea, il Vietnam o ancora più clamorosamente l’Afghanistan, è molto probabile che lo scontro tra le superpotenze continui a giocarsi in campo “neutro”, in questo caso a Damasco, Aleppo o in Iraq, ma è molto improbabile che i riflessi in occidente siano gli stessi del dopoguerra. Se infatti allora, anche in maniera impropria, il fantasma “comunista” del fronte russo-cinese-terzomondista veniva sfruttato in Italia ed Europa per ottenere concessioni a favore delle classi sociali più attratte dal miraggio socialista, portando a salari alti, una legislazione e diritti sul lavoro molto avanzati in tutto il vecchio continente, oggi il modello alternativo è quello dell’autocrazia turbo liberista putiniana, se non addirittura l’assolutismo stragista dell’Isis. Modelli che non offrirebbero nessun miglioramento, anzi se possibile un peggioramento ulteriore a soggetti sociali già martoriati dalla “guerra di classe” dall’alto verso il basso degli ultimi 20 anni; quindi se una nuova “Guerra fredda” viene vista da alcuni ambienti “nostalgici” come un modo per “congelare” il tempo e riportare l’Italia o l’Europa a 30-40 anni or sono, si tratta probabilmente di una scommessa ottimistica e di una puntata sul cavallo sbagliato.
Foto: Pixabay | CC0 Public Domain