Da Carbonia solidarietà ai minatori turchi
- Scritto da Effe_Pi
Il sindaco del principale centro minerario sardo parla della strage di Soma e ricorda quelle che per decenni hanno funestato anche il Sulcis.
Arriva da chi può comprendere benissimo la loro tragedia, vale a dire la città di Carbonia, la solidarietà ai minatori turchi coinvolti nel gravissimo incidente di Soma, che ha causato oltre 200 morti nella città a 120 chilometri da Smirne. Altre centinaia di minatori sono ancora bloccati sotto le macerie, a duemila metri di profondità, dopo che un'esplosione ha provocato un incendio e il crollo di parte della struttura. Il messaggio arriva quindi proprio dal sindaco di Carbonia, Giuseppe Casti, dalla città simbolo delle miniere della Sardegna, dove si è appreso “con profondo dolore” delle notizie provenienti da Soma.
Casti pur riconoscendo che “tutte tutte le tragedie e le morti sul lavoro abbiano uguale importanza”, aggiunge che “questa tocca profondamente la nostra sensibilità, riportando alla memoria i tanti incidenti che hanno coinvolto i minatori della nostra Città e del nostro territorio. Al lavoro di miniera, infatti, tanti nostri concittadini hanno dedicato la vita, andando, spesso, incontro alla morte in galleria". Secondo una statistica aggiornata al 1992, infatti, la Sardegna e in particolare Carbonia hanno pagato un pesantissimo tributo di sangue alle attività estrattive.
Tra il 1931 e il ’92 sono stati calcolati un totale di 340 morti, più altri 40 che sarebbero deceduti dopo meno di due mesi da incidenti avvenuti nelle gallerie. Gli incidenti mortali accertati sono stati: 67 nel gruppo miniere di Bacu Abis, due a Caput Acquas, uno al carbonile di Portovesme, uno alla Cava trachite, 31 nella miniera di Cortoghiana, 30 nella miniera di Nuraxeddu, uno nelle ricerche S.Barbara, cinque nella miniera Schisorgiu, 99 nel gruppo miniere di Serbariu, 22 nelle miniere di Seruci-Nuraxi Figus, 78 nel gruppo miniere di Sirai, due a Tanas e uno a Terras Collu.