Spiagge ad accesso limitato e rischio tassa d’accesso in Sardegna
- Scritto da Effe_Pi
Dopo l’uscita delle linee guida Inail – Iss sulla balneazione aumentano i limiti sugli arenili, dovranno essere tracciate delle postazioni e non si potrà sostare sulla battigia.
Spiagge ad accesso limitato, anche quelle libere, niente soste sulla battigia, prenotazioni anticipate per andare al mare e rischio che si debba pagare l’ingresso. È l’estate balneare che si annuncia – anche in Sardegna – dopo la pubblicazione delle linee guida di Inail e Iss sulla balneazione ai tempi della pandemia da Coronavirus.
Il documento afferma che gli spazi devono essere tracciati – ad esempio con posizionamento di nastri – per permettere agli utenti di posizionare correttamente ombrellone, sdraio e altro; in questo modo si individuerà la capienza della spiaggia, anche “definendo turnazioni orarie” e prenotazione delle “postazioni”, con l’uso di app o piattaforme online. La prenotazione potrebbe essere legata a quella del parcheggio, con possibili sconti, e favorirebbe il tracciamento in caso di eventuali contagi.
LEGGI ANCHE | La Pelosa rischia di scoppiare: prossima estate a numero chiuso
Dovranno altresì essere valutate disposizioni “volte a limitare lo stazionamento dei bagnanti sulla battigia per evitare assembramenti”, mentre si devono assicurare la presenza di cartelli informativi sul distanziamento e “opportune misure di pulizia della spiaggia e di igienizzazione delle attrezzature comuni, come ad esempio i servizi igienici, se presenti”. Viene suggerito di affidare la gestione delle spiagge ad enti o soggetti che possono utilizzare personale adeguatamente formato, valutando la possibilità di coinvolgimento di associazioni di volontariato e soggetti del terzo settore, per assicurare le misure di distanziamento interpersonale sull’arenile e in acqua. Personale che dovrà essere pagato, col rischio che la pandemia diventi il grimaldello per rendere meno “libere” le spiagge libere, da sempre caratteristica essenziale dell’estate sarda.
Inail e Iss ricordano che la Regione Sardegna ha già affrontato il tema nell’ambito delle sue Linee guida per la gestione integrata delle spiagge, definendo il concetto di superficie utile della spiaggia e dicendo che c’è un coefficiente di carico massimo non inferiore a 3,8 m²/ persona, a cui poi viene applicato un fattore di correzione che aumenta i metri quadrati che devono essere lasciati a disposizione dell’utente, in base ad alcune caratteristiche specifiche del contesto ambientale. Stima arrivata a 6 m²/ persona secondo l’ISPRA in uno studio condotto sulla spiaggia de “La Pelosa” di Stintino. Ricerca che è il punto di partenza che ha portato le Istituzioni locali, già prima dell’inizio dell’emergenza sanitaria, a proporre una modifica del regolamento di accesso alla spiaggia, contingentandone gli ingressi fino ad un numero massimo di 1.500 persone (per circa 8.100 m² di arenile). Novità anche per gli stabilimenti, che dovranno avere distanza minima tra le file degli ombrelloni pari a 5 metri e distanza minima tra gli ombrelloni della stessa fila di 4,5 metri.
Diventa quindi difficile che possano essere mantenute appieno le promesse del presidente della regione, Christian Solinas, che ieri ha parlato di riaprire le spiagge per i residenti già dal 18, ma “evitando l'assembramento e il sovraccarico". In realtà, lui stesso ha specificato come sia "necessario un approfondimento che stiamo portando avanti col comitato tecnico-scientifico e spero entro questa settimana di avere linee guida certe". Se negli stabilimenti "il titolare può essere il soggetto che verifica il rispetto delle regole di sicurezza e gli accessi", i problemi maggiori sono nelle spiagge libere specie dopo che, nell’idea della regione, arriveranno i turisti, cioè dal 15 giugno in poi.
Il pericolo è una nuova “tassa” per entrare nella spiaggia libera, come quella già paventata in Liguria. A dire “no alla privatizzazione delle spiagge libere” per evitare che “con la crisi economica la giunta trasformi la stagione estiva in una nuova quarantena per i sardi" è stata la consigliera regionale dei Progressisti, Maria Laura Orrù, annunciando una mozione sulla gestione dell'esecutivo dell'imminente stagione balneare. Sarebbe “grave – aggiunge Orrù - che nel totale silenzio della giunta si avviasse, a fari spenti, un nuovo tentativo di privatizzazione delle coste sarde, questa volta ai danni dei tanti che ogni anno frequentano le spiagge libere dell'isola".
Photo | Pixabay