MIGRANTI: ANCORA MORTI SULLA ROTTA SARDA
- Scritto da Effe_Pi
Un'inchiesta di El Watan racconta la gestione dei migranti diretti in Sardegna dalle coste dell'Algeria.
Una brutta storia di cui pochi parlano, e spesso in maniera incompleta, è quella dei migranti che partono dalle coste nordafricane per dirigersi, sempre più, verso quelle del sud Sardegna. I nostri media ne parlano, con un trafiletto in cronaca o una breve notizia al telegiornale, quando sbarcano sulle coste dell'isola, come è successo ancora una settimana fa con 16 algerini recuperati al largo di Capo Teulada. Quello che non si dice è che su queste imbarcazioni di fortuna che salpano verso la Sardegna stracariche di "Harraga" (termine di origine araba che indica i migranti) è in corso una vera battaglia, con tanto di morti, feriti e scontri.
A raccontarlo è il quotidiano algerino in lingua francese "El Watan", che in un suo reportage parla dell'inchiesta" promossa dai militari sull'incidente che si è verificato il 7 luglio al largo di Annaba, quando la guardia costiera algerina ha intercettato un'imbarcazione diretta nell'isola, portando alla morte di Hamza Guerbi, migrante di 25 anni, originario de Sidi Salem e del guardiacoste Mekoui Mohamed, 23 anni. Una tragedia che segue altri eventi simili, come quello che nel 2009 condusse al decesso del 32enne Ikram Hamza, l'inchiesta sul quale non è mai stata resa pubblica, secondo il quotidiano arabo, perché "le autorità non vogliono rimettere in discussione la versione ufficiale".
Secondo quest'ultima sarebbe stata l'imbarcazione dei migranti a non fermarsi all'alt, andando contro quella dei guardiacoste e provocando l'incidente, ma il sospetto su questo come su altri casi simili (come quello di domenica scorsa) è che le cose siano andate diversamente, e che lo scontro sia in qualche modo stato "favorito" proprio dagli uomini in divisa. Secondo El Watan, che ricorda come la famiglia di Hamza non abbia mai potuto avviare un'azione giudiziaria perché non ha mai avuto accesso all'autopsia del proprio caro, e come l'inchiesta sui fatti, chiesta anche da rappresentanti in Parlamento non sia mai stata resa pubblica, ci sono molti misteri nella gestione di questi tentativi di lasciare il paese su barche di fortuna.
Il giornale ha intervistato un responsabile della sicurezza del porto di Cagliari, che racconta come "ogni anno in Sardegna arrivino in media 800 Harraga che salpano da Annaba, ma l'anno dopo la morte di Hamza abbiamo avuto un picco, con 2000 arrivi", però stranamente nel periodo immediatamente successivo alla morte del giovane "dopo l'8 agosto di quell'anno, il flusso di migranti si è bruscamente interrotto".
L'evento sembra essere molto simile a quello di domenica scorsa: secondo la versione ufficiale anche in questo caso, infatti, sarebbero stati i migranti a rifiutare di fermarsi, provocando un violento scontro con l'imbarcazione militare, anche se si ammette che da quest'ultima sarebbe partita una raffica che ha ucciso il 25enne, mentre il guardiacosta sarebbe morto a seguito dell'impatto. Insomma, se il metodo libico che tanto piaceva a chi negli anni scorsi proponeva di prendere a cannonate le barche partite dall'Africa sembra essere (forse) un ricordo dell'era di Gheddafi, anche in Algeria spesso ci scappa il morto per fermare i disperati diretti in Sardegna.