Salvini, la bambola gonfiabile e Piazza Matteotti
- Scritto da Effe_Pi
Il leader leghista contrappone i suoi insulti alla presidente della Camera Boldrini con l'aggressione che il coordinatore del suo movimento a Cagliari avrebbe subito lo scorso weekend in Piazza Matteotti.
Abbiamo già parlato in passato di quel curioso fenomeno politico che si chiama leghista sardo, o forse sarebbe meglio dire salviniano sardo, visto che sotto l’egida dell’attuale leader del Carroccio si stanno radunando persone di estrazione ideologica molto diversa, dall’estrema destra a una parte dei sardisti, fino ad alcuni ex radicali di sinistra. Ebbene, il leghista sardo è tornato oggi agli onori della cronaca quando Matteo Salvini in persona, finito al centro della bufera per aver paragonato, durante una festa del suo partito, la presidente della Camera Laura Boldrini a una bambola gonfiabile (qui il video), ha cercato di “cambiare discorso” parlando dell’aggressione che sabato scorso, a Cagliari, avrebbe subito il coordinatore locale del suo partito, Daniele Caruso. Un aggressione da “zecche rosse”, che per Salvini dovrebbe portare come logica conseguenza la “ruspa per ‘sta gentaglia”.
Ma come sono andate esattamente le cose? Per sabato mattina era previsto un corteo di “Noi con Salvini” di Cagliari, con partenza simbolica proprio da quella Piazza Matteotti a lungo occupata (e anche ripulita) da migranti in attesa di poter continuare il loro viaggio verso destinazioni economicamente più attraenti di quanto non sia oggi la Sardegna: il Coordinamento antifascista cagliaritano ha organizzato per risposta un pranzo antirazzista, e a quel punto il Questore ha imposto ai salviniani di rinunciare all’iniziativa. Caruso, che secondo quanto ricostruito dal sito Infoaut, nel lanciare il suo corteo aveva difeso l’autore dell’omicidio di Emmanuel a Fermo, Amedeo Mancini, non ha però voluto rinunciare del tutto, e si è presentato ugualmente in Piazza Matteotti per una diretta Facebook rimediando, sempre secondo il sito di movimento, “schiaffi, offese e sputi rifugiandosi, protetto dalla Digos, nel McDonald antistante alla piazza”.
Insomma, un episodio spiacevole ma non molto diverso da tante risse che purtroppo avvengono ogni giorno nelle nostre città e paesi, che però per Salvini diventa ben più grave dei suoi insulti a Boldrini, visto che sui social ha scritto: “che pena quelli che si scandalizzano per una bambola, ma non dicono una parola sull’aggressione delle zecche rosse che a Cagliari hanno mandato all’ospedale Daniele perché ‘leghista e razzista’”. A dare man forte al leghista padano c’è Marcello Orrù, consigliere regionale eletto coi quattro mori ma da subito più vicino al verde padano che alla tradizione sardista: anche lui ha scelto Facebook per parlare di immigrazione e riferirsi a una “grave emergenza sia dal punto di vista sanitario che in merito alla sicurezza dei cittadini. È tornata la scabbia e ci sono già stati numerosi casi di contagio in Sardegna. Cosa intende fare la Regione per affrontare il previsto intensificarsi degli arrivi? servono risposte immediate e concrete, non è possibile continuare a sottovalutare la grave emergenza e scaricare il peso della situazione sulle spalle delle amministrazioni locali". In realtà, l’unico caso recente documentato di scabbia nell’isola, che abbia colpito residenti, è quello raccontato dai media nei mesi scorsi, che riguarda una bambina di 7 anni di Sassari, la quale avrebbe contratto la malattia a scuola: improbabile, quindi, che la causa sia stato il contagio da parte di chi arriva coi barconi della speranza, sbarcando peraltro in zone ben lontane dal sassarese.
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