Stati Uniti, la candidata democratica
La vittoria di Clinton era stata data per certa già il 6 giugno, dopo che l’Associated Press aveva aggiornato il suo conteggio dei superdelegati.
“Abbiamo posto una pietra miliare nella storia della politica statunitense. È la prima volta che uno dei due partiti principali candida una donna alla presidenza”, ha detto Hillary Clinton la sera del 7 giugno dopo aver di fatto ottenuto la nomination democratica.
“Il 7 giugno Clinton ha vinto le primarie in New Jersey e California”, scrive il Los Angeles Times. “Quando manca solo il voto di Washington, dove le primarie si terranno il 14 giugno, il suo vantaggio sul senatore Bernie Sanders in termini di delegati (gli esponenti eletti con le primarie che nella convention di luglio sceglieranno il candidato) è diventato incolmabile”.
La vittoria di Clinton era stata data per certa già il 6 giugno, dopo che l’Associated Press aveva aggiornato il suo conteggio dei superdelegati, i dirigenti del partito che partecipano di diritto all’elezione del candidato. La notizia era stata duramente criticata da Sanders, che aveva accusato la stampa di dare per chiusa una corsa ancora aperta.
“Nel suo discorso Clinton ha attaccato duramente il candidato repubblicano Donald Trump (definendolo inadatto alla presidenza e accusandolo di alimentare la violenza e il razzismo contro le minoranze) e allo stesso tempo ha gettato un ponte verso i sostenitori di Sanders, soprattutto verso i giovani”, scrive The Atlantic.
In tutti gli stati dove si sono tenute le primarie, il senatore del Vermont ha conquistato la grande maggioranza dei voti delle persone sotto i trent’anni. Storicamente tra questi elettori l’astensione è più alta che nelle altre fasce elettorali, e Clinton dovrà ofrirgli una proposta attraente e radicale per convincerli a votare per lei.
Da parte sua Bernie Sanders ha tenuto un discorso in cui ha affermato di voler dare battaglia a Clinton a Washington e nella convention che si terrà a fine luglio a Filadelfia, ma ha anche dichiarato che farà di tutto per impedire la vittoria di Trump a novembre.