Germania - Turchia, contrasti sul genocidio
Il 2 giugno il Bundestag ha votato all’unanimità una risoluzione che definisce “genocidio” l’uccisione di più di un milione di armeni per mano dell’impero ottomano tra il 1915 e il 1916.
Il 2 giugno il Bundestag, la camera bassa federale, ha votato praticamente all’unanimità (ci sono stati un voto contrario e un’astensione) una risoluzione che definisce “genocidio” l’uccisione di più di un milione di armeni e di uomini e donne di altre minoranze cristiane per mano dell’impero ottomano tra il 1915 e il 1916.
Proposta dal copresidente dei Verdi Cem Özdemir, di origine turca, la risoluzione evoca anche “il ruolo poco glorioso del governo tedesco dell’epoca”, alleato della Turchia, e la speranza di una riconciliazione tra turchi e armeni.
La cancelliera Angela Merkel e il ministro degli esteri Frank-Walter Steinmeier non hanno preso parte al voto. Due assenze definite “imbarazzanti” da Die Welt, che ha anche criticato “il comportamento di alcune organizzazioni turche in Germania, che hanno inondato di appelli e rivolto perfino minacce di morte ai deputati favorevoli alla risoluzione.
Il principale bersaglio dell’attacco sono stati gli undici deputati tedeschi di origine turca, “accusati anche dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan di rappresentare il braccio politico dei ribelli curdi del Pkk”. Il quotidiano Milliyet ha definito “un autogol” la presa di posizione di Erdogan.