Compensi d’oro: scontro tra Paolo Fresu e Libero
- Scritto da Effe_Pi
Il famoso jazzista sardo contro il quotidiano di Milano, che critica lui e Renzi per il compenso di un concerto per ricordare la Prima Guerra Mondiale.
È scontro aperto tra il popolare jazzista sardo Paolo Fresu e il quotidiano Libero, in particolare nella persona del suo vicedirettore Franco Bechis, noto fustigatore degli “sprechi” di denaro pubblico (specie quando elargito da politici di una sponda diversa dalla sua), che sul sito del quotidiano ha attaccato il premier Matteo Renzi, che avrebbe speso 50mila euro per far suonare “Il Silenzio” al famoso trombettista. La delibera, attacca il giornalista, è stata resa nota “solo il 9 gennaio 2015”, ed è relativa a un concerto del 27 luglio 2014, a Folgaria, in cui si ricordava il centenario della prima guerra mondiale. Secondo Bechis, che ha pubblicato anche un video con il countdown dell’esecuzione e il presunto compenso elargito secondo per secondo, l’esibizione del musicista di Berchidda è “costata ai contribuenti italiani 20 mila euro al minuto. E la spending review di Renzi è andata a farsi benedire”.
La risposta di Fresu è arrivata con una lunga nota pubblicata su Facebook, in cui l’ideatore del festival Time in Jazz, uno tra gli artisti italiani contemporanei più noti all’estero, dice di aver letto “con tristezza e costernazione” l’attacco di Bechis, collegandolo direttamente alle sue prese di posizione contro “Libero” seguiti all’attentato di Parigi a “Charlie Hebdo”, in particolare per il titolo “Strage in un giornale a Parigi: Questo è l’Islam”, che Fresu considera folle e irresponsabile. Il jazzista risponde poi nel merito, ricordando che non si trattava di suonare per due minuti ma di organizzare “un concerto originale di 90 minuti, commissionato per l’importante occasione, con musiche tratte dal repertorio della Grande Guerra al quale ho lavorato sei mesi e che ha coinvolto, in una operazione complessa e unica nel suo genere, decine di persone e decine di Paesi in tutto il mondo con altrettanti musicisti che hanno eseguito la loro versione del ‘Silenzio’ e grazie alle quali interpretazioni è stato concepito un lungo video trasmesso da Rai Storia che rimarrà negli archivi del nostro Paese assieme agli altri innumerevoli contributi di quell’importante commemorazione”.
Ma il problema principale, continua Fresu, è che l’attacco sembra strettamente collegato con la dichiarazione da lui rilasciata a “Repubblica” proprio contro il giornale di Bechis, per il quale “dalla Francia, mi sono vergognato di essere italiano mentre migliaia e migliaia di persone sfilavano sotto le mie finestre a due passi da Place de la République per gridare a favore della libertà di espressione e contro la violenza e il terrore”. Fresu ricorda di essere sceso lui stesso in piazza con cartelli “in italiano e in sardo – i nostri - come quelli di tutti i Paesi del mondo, di tutte le etnie e di tutte le fedi religiose compresa quella dei musulmani”, aggiungendo che nessuno potrà chiudergli “la bocca sui principi che appartengono a tutti noi e che sono quelli della libertà, del rispetto, della religione e dell'ambiente” e concludendo con un “Je suis Charlie et je serai toujours Charlie” (“Io sono Charlie e sarò sempre Charlie”).