Herbalife sotto accusa: tutta colpa di Wall Street?
- Scritto da Effe_Pi
Il colosso degli integratori alimentari sotto indagine negli USA, esultano gli speculatori che hanno "scommesso" contro.
Herbalife finisce sotto accusa negli Stati Uniti e il titolo del colosso della nutrizione “alternativa” crolla in borsa, per la gioia degli speculatori di Wall Street che da tempo la tengono nel mirino e hanno “scommesso” cifre da capogiro su una sua crisi nel mercato azionario. Una storia esemplare di questi tempi, in cui si può scommettere sul fallimento di un altro soggetto, se solo si hanno i soldi (in questo caso un miliardo di dollari) per farlo, ma anche tempi in cui un colosso mondiale ha una struttura societaria poco chiara, sulla quale riceve periodicamente accuse di guadagnare più dall’ingresso di nuovi venditori che dalle vendite effettive dei suoi prodotti.
Restando sulla notizia, comunque, è successo che la FTC (Federal Trade Commission), l’organo pubblico che negli States si occupa di difesa del consumatore, ha aperto un’indagine contro Herbalife, la società di prodotti per la nutrizione e dimagranti popolare in tutto il mondo e dotata di una importante rete anche in Italia. Non si tratta quindi di un’indagine della SEC, come riportato erroneamente da quotidiani nazionali che si autocelebrano ogni giorno come ultimo baluardo del giornalismo, ma di un’accusa basata sul fatto che l’azienda segua uno “schema piramidale”, vale a dire guadagni più dagli ingressi nella rete di nuovi distributori che non dalle vendite reali di prodotti. La notizia ha portato un crollo del titolo a Wall Street del 16%, anche se in chiusura c’è stato un parziale recupero che ha limitato le perdite al 7%.
Quello della borsa è un aspetto fondamentale, visto che è l’obiettivo dichiarato del principale “nemico” dell'azienda, il manager William Ackman, che gestisce l’Hedge fund (fondo speculativo) Pershing Square Capital Management e ha scommesso circa un miliardo di euro (600 milioni di dollari) sul crollo in borsa di Herbalife, convinto che la sua struttura sia illegale e che prima o poi le costerà cara. In particolare, proprio il giorno prima dell’avvio dell’indagine, Ackman è tornato all’attacco accusando la società di pratiche scorrette sul mercato cinese, proprio quello in cui le vendite di Herbalife sono salite del 65% nel solo 2013. L’azienda di integratori alimentari è infatti in grande crescita, anche grazie al mercato asiatico, e nel 2013 ha fatturato oltre 4,8 miliardi di dollari, con una crescita del 18% rispetto all’anno precedente: non a caso, quindi, Herbalife ostenta sicurezza, anche perché in passato è uscita indenne da accuse simili, e conta su soci miliardari come George Soros e Carl Icahn, che hanno incrementato di recente la propria quota azionaria nell’azienda.