Forconi in piazza: protesta anche in Sardegna
- Scritto da Effe_Pi
Il movimento di protesta in piazza in tutta Italia e anche nell'isola, con presidi a Cagliari e Sassari.
Movimento di rivoluzionari o sfogatoio di una protesta senza veri obiettivi credibili che soffia sul fuoco del malcontento? I Forconi oggi scendono in piazza davvero in tutta Italia, o quasi, bloccano strade, fanno presidio e in alcuni casi provocano disordini. In certe aree del paese la loro presenza è passata quasi inosservata, ad esempio a Roma, mentre a Torino e in altre città sono in un numero maggiore e più aggressivi. In Sardegna, il movimento si è aggiunto ai presidi contro Equitalia, a Sassari sono stati poggiati sui gradini del palazzo della Provincia i disegni di tre bare, con su scritto “Istruzione”, “Lavoro”, “Famiglia”, più una quarta con la data di oggi e la scritta “L’inizio della fine della crisi”.
Le richieste dei manifestanti, sotto lo slogan “Ribellarsi è un dovere”, sono in particolare di tipo tributario: si punta all’abolizione della società di riscossione Equitalia e alla costituzione di un’agenzia sarda delle entrate, oltre all’introduzione di una moneta complementare all’euro. A Cagliari, invece, è stata bloccata la strada che collega con la sede dell'Agenzia delle Entrate, mentre presidi con autotrasportatori si svolgono sulla SS 130, vicino a Elmas, e davanti al Porto Canale di Cagliari. Il movimento si dichiara apolitico ed è anche difficile capire quali siano precisamente le sue rivendicazioni, a parte la protesta per una pressione fiscale troppo elevata: sulla pagina Facebook della “sezione” sarda del movimento, si trova di tutto: dalle ricette di cucina (trofie con tonno fresco e melanzane), al trailer del film “disoccupato in affitto” fino alla solidarietà per le popolazioni colpite dall’alluvione e gli appelli a partecipare al “blocco” di oggi.
A livello politico, da più parti si teme un tentativo dell’estrema destra di cavalcare, se non di organizzare, questa protesta senza bandiere se non quella italiana. La presenza massiccia di queste ultime e di persone che cantano l’inno nazionale italiano, insieme alla presenza di gruppi ultrà che a Torino hanno causato anche incidenti, sembrerebbero confermare i sospetti, anche se uno dei leader del movimento, il siciliano Mariano Ferro, parlando di possibili infiltrati afferma che "ha ragione il Viminale a dire stiamo attenti. Ma noi saremo i primi a punirli severamente allontanandoli dai presidi". Da più parti però arrivano conferme sulla massiccia presenza in piazza di militanti di organizzazioni come Casapound e Forza Nuova, tanto che nel capoluogo piemontese è stata anche aperta un’inchiesta sull’accaduto e l’Ascom (Associazione dei commercianti) ha condannato “gli atti intimidatori rivolti da alcuni manifestanti durante la protesta del Movimento dei Forconi nei confronti dei negozianti torinesi, costretti alla chiusura per paura di rappresaglie e gesti vandalici".