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Colpevole d’innocenza - La storia di Beniamino Zuncheddu - Seconda parte

  • Scritto da Effe_Pi

Isolamento detentivo - WikipediaL'incredibile vicenda del pastore di Burcei che ha passato più di trent'anni in carcere per una clamorosa decisione giudiziaria sulla morte di tre persone uccise nelle campagne di Sinnai nel 1991.

Di Serpico

La storia di Beniamino non è catalogabile come un classico errore giudiziario. Il principio costituzionale fondamentale secondo il quale la giustizia è amministrata in nome del popolo, calata nella vita reale, può "incepparsi" per il semplice fatto naturale che sono gli uomini ad amministrare la giustizia. In quanto uomini è indubbio che possano incorrere anche in gravi errori, che arrivano a ledere altri diritti fondamentali dell'individuo come la libertà. Ma in questo caso dobbiamo assolutamente evidenziare in maniera decisa che non vi è nessun errore nell’excursus processuale, ma una vera e propria macchinazione e un concatenarsi di eventi finalizzati ad individuare una persona totalmente estranea ai fatti, per garantire impunità i veri responsabili, noti non solo per le loro gesta criminali ma anche in quanto confidenti delle forze dell'ordine e dei magistrati. Nel caso specifico si scoprirà che almeno uno dei responsabili del sequestro Murgia era un confidente sia della Polizia che del magistrato Lombardini, poi morto suicida.

 Con l’ergastolo scorrono lenti gli anni di Beniamino, con il corpo in cella e la testa fuori con la sua famiglia, in particolare con la sorella Ottavia, con la quale ha un forte legame e che le starà sempre al suo fianco. La svolta arriva quando la famiglia Zuncheddu incontra quasi per caso un giovane avvocato, che aveva 11 anni quando arrestarono Beniamino, e nulla sapeva della vicenda. Dopo vari dinieghi per accedere alle misure alternative al carcere e alla libertà condizionale Beniamino è al lavoro esterno presso un

bar a pochi passi dal Palazzo di Giustizia di Cagliari, quando incontra il suo “angelo”, l’avvocato Mauro Trogu. La famiglia stanca e scoraggiata mette subito in chiaro che i soldi sono finiti, “sono stati spolpati” da anni di spese tra avvocati, esami, viaggi e perizie. Se accetta l’incarico Mauro sa che dovrà aspettare per la sua parcella l’eventuale risarcimento a seguito di un esito positivo della sentenza in sede di revisione del processo, ovviamente l’unica strada percorribile per rendere Beniamino di nuovo un uomo libero.

Per farlo occorre fornire nuovi elementi e dotarsi di alleati validi che convincano i giudici della Corte d’Appello di Roma dell’innocenza di Beniamino. Recuperati atti e sentenze Mauro si mette a studiare per mesi ogni sera, dopo giornate estenuanti di lavoro. Rimane letteralmente folgorato dalle tante incongruenze del processo. Ha bisogno di effettuare nuovi rilievi, cercare nuovi elementi che diventino prove a suffragio della tesi sull’innocenza di Beniamino. Mauro ha la fortuna di conoscere un criminologo e un ex tenente

colonello dei Carabinieri, esperto in analisi dalla scena del crimine, che mettono a disposizione le loro preziose e riconosciute qualità professionali. Lavorano sodo e con entusiasmo, convinti dell’assurdità della sentenza di colpevolezza. Si apre il processo per la revisione, dove a seguito di quanto scritto sopra le prove portate e i riscontri, effettuati con nuove tecniche investigative e scientifiche, sono alla base della sentenza di assoluzione di Beniamino. Il triplice omicidio di Cuili ‘e Is Coccus è rimasto senza colpevoli ma è oramai certo che la vicenda sia da collegarsi al contesto del sequestro Murgia.

Il 26 gennaio del 2024 “la Corte revoca la sentenza del 1992” Tanti amici e compaesani accorsi nella Capitale piangono di gioia. Frastornato e stanco Beniamino abbraccia il suo avvocato, stringe la mano ai giudici e senza ricordare tutti i volti che erano presenti ringrazia tutti. Nonostante tutto Beniamino ha ancora fiducia negli uomini e non nutre sentimenti di rancore e odio verso chi gli ha rubato la vita, anzi è pronto a ricevere le scuse. Dalle istituzioni per il momento nessun cenno in tale direzione è arrivato. Ma Beniamino conosce il valore del tempo, aspetterà che ciò avvenga. Dopo la lunga carcerazione necessita di cure mediche. Ha problema ad un occhio, ai denti, soffre di vertigini, capogiri e nausea. Per un periodo smette quasi di parlare e cade in uno stato di profondo sconforto e prostrazione. Il carcere non sembra essere il luogo adatto per avere un’assistenza sanitaria adeguata né a preparare gli ex detenuti per una vita fuori dalle sbarre. La dimensione carceraria è ovviamente un argomento che spesso viene affrontato da Beniamino, alla luce della sua esperienza. Sotto le luci della ribalta, tra un incontro e un’intervista Beniamino

va in giro a raccontare la sua storia attraverso il libro “Io sono innocente”, scritto a quattro mani con Mauro Trogu. Si stanca facilmente e dopo ogni incontro è felice di tornare tra le mura domestiche, con i suoi familiari. Dorme sonni tranquilli la sera, privi di incubi e non sogna più di ritrovarsi ancora prigioniero. È ancora presto, ma un giorno tornerà a camminare per le montagne da uomo libero. Da innocente!

Qui la prima parte...