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5 Regioni contro l'autonomia differenziata, coordina la Sardegna di Todde

  • Scritto da Effe_Pi

File:Italian ballot paper for 2020 constitutional referendum (back).svg -  Wikimedia CommonsSicure le regioni di centrosinistra e M5s, ma potrebbero entrare anche Calabria e Basilicata per chiedere il referendum, l'alternativa è raccogliere 500mila firme in pochi mesi.

Fila serrate contro la legge sull'autonomia differenziata targata Calderoli: è quanto stanno facendo le regioni guidate da centrosinistra e 5 Stelle: Sardegna in primis, e poi Toscana, Emilia Romagna, Puglia e Campania, che in settimana avvieranno un Coordinamento che dovrà stilare un testo condiviso per il referendum, da limare con attenzione "per renderlo inattaccabile". Ma il progetto, secondo quanto si apprende, non sarà circoscritto solo nel recinto del centrosinistra, visto che già "contatti" si sono tenuti con Calabria e Basilicata, entrambe a trazione Forza Italia. 

Anche su questo siamo inclusivi, soprattutto perché il testo della legge preoccupa anche altri amministratori regionali di colore diverso", spiega un addetto ai lavori vicino al futuro Coordinamento. A fare da collante al nuovo organismo sarà la presidente della Sardegna Alessandra Todde, "anche perché è la più abilitata a promuovere un ricorso alla Corte Costituzionale in quanto governatrice di una regione a statuto speciale". La Sardegna insomma sarebbe il territorio più "indicato" eventualmente per impugnare la legge in Consulta, perché l'Autonomia differenziata potrebbe impattare negativamente sulle varie specificità di una regione a statuto speciale, a parte la sua insularità e il welfare alle corde.   

Il tempo di scadenza della operatività del Coordinamento dovrebbe essere intorno a metà luglio e qui la tempistica si fa delicata, visto che il presidente dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini firmerà le sue dimissioni presumibilmente l'11 o il 12 del prossimo mese, pochi giorni prima dell'insediamento da parlamentare europeo previsto il 16 luglio, cosa che potrebbe bloccare la strada dei consigli regionali (alternativa alla raccolta di 500mila firme) nella promozione del referendum. Nel frattempo in parallelo alle cinque regioni di centrosinistra e al loro Coordinamento si è attivato anche il Comitato referendario guidato in maniera compatta praticamente da tutte le opposizioni, vale a dire Pd, M5S, Avs, Psi e +Europa. Ma anche Cgil e Uil, insieme ad associazioni come Anpi, Arci, Acli e Libera. Serviranno questa volta 500mila firme e dovranno essere raccolte entro settembre. se si vuole indire il referendum nel 2025. 

Foto - Lcc