Che c’entrano i fatti di Gubbio con la sovranità alimentare
- Scritto da Effe_Pi
La presunta dissenteria di massa nella città umbra dopo un pranzo a base di pesce crudo pescato da alcuni commensali può essere connesso al nuovo ministero del governo Meloni.
Su giornali e soprattutto i social oggi tengono banco principalmente due argomenti: i fatti di Gubbio e la sovranità alimentare. Nella cittadina umbra un pranzo a base di pesce di qualche settimana fa avrebbe provocato degli episodi in stile La Grande Abbuffata o Salò, per citare il grande cinema, con decine di persone colpite da dissenteria fulminante, malesseri e svenimenti, incidenti stradali e interventi di Polizia e ambulanze.
In realtà sono molti tra gli eugubini a negare tutto, a partire dal comune, che in un post sui social parla di “estreme conseguenze legali davanti a certe immagini, post e sconsiderate illazioni” che riguardano la capacità di accoglienza di Gubbio. Cosa sarebbe successo lo spiega un post social virale, secondo cui “30/40 persone si sono intossicate” pare per “via delle crudità di pesce. E c'è stata una esplosione di dissenteria fulminante e generale. Alcune persone sono svenute per i malori e si sono cagate addosso, altri cacavano in ogni angolo”. L’autore aggiunge che “due persone ubriache fradice si sono messe al volante per correre a casa a cacare: uno si è cappottato e l'altro ha sbattuto contro 3 macchine, la polizia intervenuta ha trovato questi con la merda fino alla camicia e dentro le macchine. Sono intervenute ambulanze. L'eco degli eventi è arrivato fino alle Marche”. Una situazione ai limiti dell’incredibile, insomma, che ha scatenato migliaia e migliaia di post, meme, commenti, articoli, video virali e quant’altro.
A diventare famosi soprattutto alcuni vocali – a quanto sembra registrati da abitanti di Gubbio – in cui si descrive in maniera molto colorita l’accaduto; particolare successo ha avuto la storia di un tale Biscotto, che secondo il racconto vestiva dei calzoni bianchi e “perdeva la merda come le oche”. L’altro argomento di grande attualità è il nuovo governo Meloni, col cambio ai nomi di alcuni ministeri, tra cui quello dell’Agricoltura, diventato anche della “Sovranità alimentare”. Un termine che a molti non è piaciuto, ricordando il sovranismo e il “fai da te” riguardante il cibo: anche qui migliaia di post sull’ananas vietato, il kebabbaro disperato e il sushi proibito, secondo un concetto che in qualche modo prodursi da soli il cibo è bello, cosa che in qualche modo sarebbe smentita dalla storia di Gubbio, se reale.
In realtà da sinistra c’è chi ricorda che la sovranità alimentare non è concetto legato alla destra ma in realtà una delle battaglia del movimento No global, visto che come riporta Wikipedia si tratta di un “indirizzo politico-economico volto ad affermare il diritto dei popoli a definire le proprie politiche e strategie sostenibili di produzione, distribuzione e consumo di cibo, basandole sulla piccola e media produzione. Secondo i sostenitori della sovranità alimentare, i Paesi devono poter definire una propria politica agricola e alimentare in base alle proprie necessità, rapportandosi alle organizzazioni degli agricoltori e dei consumatori.
Questo indirizzo politico-economico riguarda, in particolare, le popolazioni indigene colpite da problemi di produzione e distribuzione del cibo, a causa dei cambiamenti climatici e dei percorsi alimentari perturbati che influiscono sulla loro capacità di accesso alle fonti alimentari tradizionali e contribuiscono all'aumento delle malattie. Queste esigenze sono state affrontate negli ultimi anni da diverse organizzazioni internazionali, tra cui le Nazioni Unite, con diversi paesi che hanno adottato politiche di sovranità alimentare”.
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