Posidonia per divisori anti Covid sulle spiagge sarde
- Scritto da Anna Maria Cantarella
Con l’alga si possono creare dei pannelli utili come distanziatori e percorsi sicuri per la balneazione.
Una soluzione green, a basso costo ma soprattutto a basso impatto ambientale. Si tratta della Posidonia oceanica, una pianta marina che ogni anno si deposita in grandi quantità sulle spiagge della Sardegna e che potrebbe essere utilizzata per realizzare barriere di sicurezza ecologiche. L’emergenza COVID-19 si avvicina sempre di più alla fase di convivenza con i virus ed è per questo motivo che la ricerca dovrà proporre soluzioni utili per riprendere tutte le attività della vita quotidiana, seppure in sicurezza.
L’innovazione - sviluppata da ENEA in collaborazione con l’azienda Ecofibra Design and Technology - consiste in pannelli divisori imbottiti con Posidonia, che viene raccolta ed essiccata e utilizzata per separare gli ombrelloni e creare dei percorsi di accesso all’acqua, così come prevede l’attuale normativa sanitaria. Questi divisori, alti circa 120 cm e larghi 200 cm, sono dotati di telai in acciaio e fodera in plastica riciclata o in materiali naturali, A stagione balneare finita l’imbottitura si potrà svuotare sulle spiagge dove tornerà a svolgere la sua importante funzione protettiva dell’erosione delle spiagge provocata dalle onde.
La Posidonia oceanica infatti è in grado di ridurre i fenomeni di erosione costiera, produce ossigeno, contribuisce alla conservazione degli ecosistemi e della biodiversità. E non dovrebbe mai essere rimossa, se non si vuole privare le spiagge della loro naturale protezione dalle mareggiate e sottrarre biomassa e nutrienti importanti agli ecosistemi costieri. L’utilizzo della Posidonia come imbottitura per i divisori sarà anche un ottimo modo per gestire correttamente la presenza di questa pianta che occupa molta parte della superficie delle spiagge e che genera cattivi odori e, se mescolata ad altri rifiuti, deve essere rimossa con costi non indifferenti per le amministrazioni locali.
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Sergio Cappucci, del Laboratorio ingegneria sismica e prevenzione dei rischi naturali ENEA, che ha inventato e brevettato il sistema utile anche per stuoie, sdraio, cuscini e altri arredi, spiega: “L’utilizzo durante la stagione estiva di questi dispositivi economici, facilmente riutilizzabili e che possono essere realizzati anche con materiali 100% naturali, consentirebbe di rendere fruibili in sicurezza superfici di costa altrimenti non balneabili e di ridurre la dispersione di aerosol a beneficio della ricettività turistica”.
Al fine di promuovere l'importanza della Posidonia oceanica e valorizzare la "banquette", dal prossimo giugno presso il Parco Nazionale del Circeo e il Monumento Naturale Palude di Torre Flavia saranno realizzati due "laboratori a cielo aperto" nell'ambito del progetto BARGAIN, realizzato da ISPRA, Università di Tor Vergata ed ENEA, con il contributo della Regione Lazio.
Foto | ENEA