Lavoro: alta tensione sarda tra Geoparco e Telecom
- Scritto da Effe_Pi
Arriva una legge regionale per tutelare almeno fino al 2018 i dipendenti del Parco Geominerario mentre i dipendenti del colosso delle Tlc protestano a Cagliari.
Ancora problemi di lavoro, in Sardegna, con 500 posti del Geoparco minerario a rischio e 200 lavoratori di Telecom che a Cagliari chiedono garanzie per il futuro. Per i primi, per fortuna, sembrano esserci buone notizie, con l’approvazione in Regione di una “leggina” che dovrebbe tutelarli almeno fino al 2018, mentre per i secondi il rischio è che l’aumento della concorrenza su linee telefoniche e internet possa portare il principale operatore nazionale delle telecomunicazioni ad avere una quantità di lavoro inferiore, anche in Sardegna, con conseguente riduzione del personale.
Salvi i lavoratori del Parco Geominerario
La buona notizia di cui sopra è che oggi il Consiglio regionale ha approvato all'unanimità una leggina che stanzia 26,2 milioni per il 2017 e 25 milioni del 2018: gli oltre 50 milioni di soldi pubblici serviranno a prorogare la convenzione sottoscritta dal 2001 in poi per portare avanti i servizi, comprese le bonifiche, la messa in sicurezza e la valorizzazione dei siti minerari. Attualmente è in corso una gara per individuare una nuova società che gestisca il Geoparco sardo e si accolli le centinaia di lavoratori, e nel testo approvato si sottolinea proprio “che l'interesse primario della Regione è quello di proseguire le attività per la stabilizzazione occupazionale dei lavoratori e pone in subordine l'attivazione degli interventi di politica attiva”.
La norma definisce anche i destinatari: lavoratori socialmente utili provenienti dal Geoparco, soggetti svantaggiati e i lavoratori interessati ad accordi di programma. "La legge fa chiarezza su alcuni dubbi interpretativi della Finanziaria 2016 rispetto ai destinatari della proroga - ha spiegato il capogruppo del Pd Pietro Cocco - l'impegno riguarda 87 Comuni in Sardegna, beneficiari di convenzioni e accordi di programma”.
Tensione per i dipendenti Telecom
Lavorano per un vero colosso delle telecomunicazioni, di livello europeo, ma ora sentono il loro posto di lavoro a rischio, rispetto al passato: in Sardegna lavorano per la Telecom circa 800 persone, ma oggi secondo i sindacati del settore l’azienda prevede “riduzione dei costi del personale” pur non avendo elaborato un piano industriale a medio termine. Lo spauracchio vero però è la concorrenza, se infatti da febbraio l’Autorità garante delle telecomunicazioni (Agcom) permettesse (come è possibile) il pieno accesso di operatori alternativi sulla rete di Telecom, parte delle attuali attività sarde sarebbero a rischio; tra i motivi della protesta inscenata oggi da oltre duecento lavoratori davanti alla sede regionale di Tim Telecom Italia a Cagliari, ci sono poi i “continui tagli agli investimenti tecnologici, causa in Sardegna del progressivo isolamento della popolazione”. La metà dei dipendenti sardi sono impegnati nel servizio commerciale e nella piattaforma informatica, gli altri 400 tra tecnici e progettisti. Per questi ultimi, potrebbe diminuire fino al 60% la quantità di lavoro se Agcom si pronunciasse per il libero accesso alla rete da parte di operatori alternativi.