La Sardegna era Atlantide? il mistero è nei nuraghi
- Scritto da Effe_Pi
Torna in auge la teoria secondo cui quella sarda sarebbe la misteriosa isola di cui parlava Platone, un articolo di Mario Tozzi lancia in grande stile le teorie sull'argomento del giornalista Sergio Frau.
È una vecchia storia, ma ogni tanto qualcuno la rispolvera, e quando a farlo è un grande quotidiano italiano, ecco che le condivisioni social per l’idea della “Sardegna come Atlantide” aumentano vertiginosamente. L’articolo appena pubblicato da “La Stampa” ha riacceso l’attenzione di sardi, vacanzieri e utenti di Facebook e Twitter sulla possibilità che quella sarda sia effettivamente l’isola leggendaria citata come mito da Platone nel IV secolo avanti Cristo, che secondo il grande filosofo greco sarebbe stata a quei tempi una potenza navale situata "oltre le Colonne d'Ercole", capace di conquistare molte parti dell'Europa occidentale e dell'Africa, in un periodo che approssimativamente corrisponderebbe al 9600 a.C.
Dopo avere tentato e fallito l'invasione di Atene, secondo Platone Atlantide sarebbe poi sprofondata "in un singolo giorno e notte di disgrazia", per opera di Poseidone.
Ad essere scomparsa sarebbe però la civiltà e non la terra, ancora paradisiaca per i suoi paesaggi e l’eredità di una civiltà antichissima e misteriosa, su cui stanno iniziando a far luce anche le recenti scoperte di Mont’e Prama e testimoniata dalla presenza di 20 mila torri megalitiche; una terra trasformatasi, probabilmente per un disastro naturale che secondo gli antichi greci arrivò dritto dalla mano del Dio del mare, in un inferno di abbandoni, miseria e malaria, e che oggi potrebbe tornare a splendere in tutta la sua magnificenza, inquinamento e siti industriali permettendo.
Il Poseidone di oggi potrebbe essere infatti il Petrolchimico di Porto Torres, piuttosto che la Saras di Sarroch o siti militari ancora in buona parte “misteriosi” come quelli di Quirra e Capo Teulada, ma ciò non impedisce al geologo e divulgatore Mario Tozzi (autore del pezzo sul quotidiano torinese) di credere che la Sardegna sia proprio l’antichissima terra promessa di Atlantide.
Tozzi scrive che per il creatore di questa ipotesi, Sergio Frau (che preferisce la dizione “isola di Atlante”), tutte le caratteristiche narrate dagli antichi sono riscontrabili in Sardegna e non altrove. La nostra isola in effetti sembrava agli antichi “anche più grande della Sicilia, lì si facevano tre raccolti l’anno e il clima era eccezionalmente dolce, lì c’erano foreste immense e acqua in abbondanza, lì c’erano piombo, zinco, argento e la società era metallurgica fino dagli albori”. In Sardegna vivevano i Thyrsenoi (Tirreni), cioè quei “costruttori di torri”, che sarebbero poi i nuraghi. Secondo il geologo le fotografie aeree rivelano che “quasi tutti i nuraghi che si trovano a quote basse sono sommersi dal fango, spesso irriconoscibili a prima vista, compresa la grande reggia nuragica di Barumini, disseppellita da 12 metri di fango e portata alla luce dopo 14 anni di scavi”, mentre i nuraghi a quote più alte sono intatti e fuori dal fango. La causa sarebbe proprio nell’evento che distrusse la civiltà atlantidea, vale a dire uno tsunami di proporzioni enormi che avrebbe mandato i porti sardi sotto il fango, facendo saltare una rete di commerci millenaria e favorendo l’invasione da parte dei fenici, con la sottomissione degli ex abitanti di Atlantide. Un asservimento che daterebbe quindi ad oltre 10mila anni fa, e di cui i sardi finora non sono mai stati in grado di liberarsi.
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