MEDUSE: ECCO LA APP PER SEGNALARLE
- Scritto da Effe_Pi
La loro proliferazione causata dalla pesca intensiva: problemi anche per i delfini.
Invasione di meduse e delfini spiaggiati, anche in Sardegna. Questa estate finora poco calda crea problemi alla salute del nostro mare, in particolare, come accade ormai da diversi anni, sono sempre più numerose le meduse che creano problemi sulle spiagge sarde e italiane. Una delle ragioni di questa proliferazione sarebbe la pesca intensiva, che ha impoverito l'ecosistema togliendo "concorrenti" nella corsa al cibo, in particolare al fitoplancton.
Quest'anno, sono gli stessi bagnanti a poter segnalare gli avvistamenti, grazie ad una app per smartphone creata da Focus, in collaborazione con Università del Salento e CNR - Ismar, che riversa poi sul sito meteomeduse.it tutte le segnalazioni, da controllare su una mappa interattiva.
Già una trentina gli avvistamenti segnalati in Sardegna, dalle coste del Nord a quelle del Sud: da Santa Teresa di Gallura a Trinità D'agultu e Vignola, Alghero, Baunei, fino a Muravera, Sant'Anna Arresi e Cagliari, sono stati avvistate varie specie di questo animale plantonico, dalla Physalia Phisalis alla Olindias Phosphorica fino all'innocua Catostylus Tagi. Insomma, in attesa di farle finire in cucina come invita a fare lo chef Gennaro Esposito, meglio limitare la pesca intensiva e rispettare di più il nostro mare, che secondo Marevivo sta diventando troppo inquinato anche per i delfini.
In soli 100 giorni, infatti, ci sarebbero stati 134 delfini spiaggiati sulle coste italiane, vale a dire oltre 10 volte la mortalità media normalmente registrata negli ultimi dieci anni per questi animali. Tra questi, 101 stenelle striate, 10 tursiopi, una balenottera comune, un globicefalo, tre grampi e 18 specie non determinate. La causa principale è il morbillo, che però sarebbe stato "favorito" secondo esperti come il ricercatore Sandro Mazzariol dall'inquinamento visto che "molte delle sostanze che arrivano nel mare dall'ambiente si accumulano nell'organismo di questi animali, impedendo così un'adeguata risposta del sistema immunitario - Si tratta di sostanze già bandite da qualche anno - spiega Mazzariol - eppure ancora presenti in dosi massicce. Questo lascia supporre che, nonostante il divieto, vengano ancora utilizzate. Ad esempio l'insetticida Ddt, che viene usato contro la malaria, potrebbe arrivare dall'Asia o dall'Africa con le correnti marine".