“Nessuno tocchi il nostro mare”. Protesta dei pescatori sardi contro l’accordo Italia-Francia
- Scritto da Effe_E
Una decina di pescherecci ha bloccato un traghetto che collega la Corsica alla Sardegna.
Da La Stampa
NICOLA PINNA
Il traghetto che ogni mattina collega la Corsica alla Sardegna stamattina (il 26 Febbraio, n.d.r.) ha dovuto invertire la rotta all’improvviso. Il mare che separa l’Italia dalla Francia questa mattina era occupato. Da una barriera di barche e striscioni creata fin dall’alba dai pescatori del Nord Sardegna. Combattono per difendere una fetta di mare che ora rischia di passare sotto la giurisdizione francese. A preoccuparli c’è un accordo tra il governo di Roma e quello di Parigi che in qualche modo ridisegna i confini.
«Noi non entriamo nelle questioni politiche, non sono di nostra competenza – dice Domenico Pangrani – Noi siamo preoccupati perché quel tratto di mare rappresenta il nostro pane: è la zona più pescosa, dove noi catturiamo scampi e gamberi. Non ci interessano gli accordi tra gli Stati, abbiamo a cuore solo un problema: vogliamo continuare a pescare liberamente per mantenere le nostre famiglie».
La bozza dell’accordo di Caen (firmato a marzo 2015 e non ancora ratificato dal Parlamento italiano) dice che le regole per le marinerie rimarranno le stesse, ma qualche settimana fa il peschereccio di Pietro Langiu, partito da Golfo Aranci, è stato spedito indietro dalla Guardia costiera francese. Poi sono arrivate le scuse, ma nel frattempo è iniziata la protesta. «Noi ora non vogliamo più rischiare, le parole del Governo non ci bastano – grida Pietro Langiu – Gli uomini della Capitaneria francese non sono mai stati teneri: non vogliamo che i nostri pescherecci vengano sequestrati. Perché non siamo stati avvisati di questo accordo? Perché non ci hanno chiesto neanche un parere?». E così, per far sentire forte la loro voce, di buon mattino i pescatori sardi hanno sfidato le onde e schierato le barche tra Bonifacio e Santa Teresa Gallura. Affidando al maestrale il loro grido: «Nessuno tocchi il nostro mare».