Dalla Rai stop alle trasmissioni in sardo
- Scritto da Effe_Pi
Sel e Partito dei Sardi accusano: nella riforma della televisione pubblica in discussione al Parlamento, esclusa la possibilità di trasmissioni radio e tv in lingua sarda, mentre sarebbero consentite alle altre minoranze.
La riforma della Rai cancella la possibilità di trasmissioni in lingua sarda su radio e televisione pubblica. La denuncia arriva dal senatore sardo di SEL (Sinistra ecologia libertà), Luciano Uras, che durante la discussione in aula si è accorto di come non sia prevista questa possibilità solo per la minoranza della nostra isola, mentre è consentita la possibilità ad altre minoranze linguistiche come friuliani, le province di Trento e Bolzano e la Valle d’Aosta. Uras denuncia come l’Italia, da oltre vent’anni, non recepisca "la Carta europea delle lingue minoritarie regionali, quindi è inadempiente” chiedendo al Governo ed ai relatori di prendere atto “di una situazione che ormai non è più rinviabile, di un problema ineludibile, quello di un intervento a difesa e sostegno delle diverse identità locali presenti nella nostra comunità nazionale".
Il divieto alla Sardegna sarebbe quindi frutto di una “incomprensibile statica cultura nazionalista, pre-risorgimentale. Roba da aristocrazia Sabauda decatuta" ed è quindi inaccettabile che in Italia “permanga un vulnus sul fronte dei diritti della lingua” che riguarda la Sardegna e i sardi, ma non solo, anche “catalani, albanesi, friulani, ladini, croati, e tutte le altre minoranze linguistiche". La denuncia è ripresa anche dal Partito dei Sardi, presenta nella maggioranza alla Regione Sarda, con il segretario Franciscu Sedda che si dice pronto a fare “fronte comune con istituzioni, partiti, società civile e mondo della cultura per combattere questa discriminazione nei confronti della nostra lingua e della nostra cultura. Una discriminazione che conferma una volta di più che questo Stato non è il nostro Stato”.