Un posto anche per me di Francesco Abate
- Scritto da Effe_E
Un eroe stralunato racconta tutta la crudeltà di esistere, con uno sguardo infantile e sghembo che diventa l'unica forma di resistenza al male.
Incipit
Chiunque ha un passato. Anche io. Un passato più lontano e uno più vicino. Poi c'è il pane di tutti i giorni.
In questo istante sono quello sull'autobus della notte. Seduto nell'ultima fila. Su un sedile grigio e rosso. Freddo e duro.
Si vede tutto da questo posto. Chi sale, chi scende. Si domina e non si corrono pericoli. Spalle coperte. Una buona regola.
Si va dal punto A al punto B. Dal capolinea a una fermata. così per tutto il turno di lavoro.
Stanotte sono quello con lo sguardo dritto, avvolto dalla luce dei lampioni che i riflette sulla vetrata di sicurezza. Si può solcare con il martelletto, quel vetro lì. Lo sai Marisa?
In caso d'incendio, incidente, incivili a bordo, intoppi alle portine. Se le portine si bloccano e si resta intrappolati senza via di fuga, si prende il martelletto si dà il colpo giusto, in un punto preciso. Il vetro volerà via, in mille pezzi.
Sarebbe stato bello, nella vita, avere quel martello almeno dieci volte. No, forse dodici. Per aprire un varco e fuggire dai guai.
I ricordi sono i miei compagni di viaggio. A volte se ne stanno sul fondo, altre volte tornano a galla come le patate di mare. Dove stanno le patate di mare prima di andare a riposare sulla spiaggia? Prima di essere prese a calci, lanciate per scherzo o usate per fare il naso delle sculture di sabbia? Nessuno lo sa. Così è per i pensieri del passato. Stanno lì appostati, come cane Tobia, ma non puoi prevedere quando e perché torneranno a morderti.
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Peppino puoi incontrarlo ogni notte sugli autobus di Roma, con un bustone in mano e la faccia da bambino. È sardo, ma vive a Roma, anzi a Pomezia.
Ha trentotto anni, ma è sempre stato un po' "lentarello". La sua voce ingenua, comica, sgangherata descrive il mondo scintillante e decadente delle sue notti, ma anche l'irresistibile compagnia di ultimi del mondo in mezzo a cui è cresciuto e vive: ciascuno aggrappato a un sogno o a un dolore, a un tentativo come un altro per non essere invisibile. Un eroe stralunato racconta tutta la crudeltà di esistere, con uno sguardo infantile e sghembo che diventa l'unica forma di resistenza al male.