Il vecchio inno Sabaudo: hymnu sardu nationale
S'hymnu sardu nationale fu l'inno del Regno di Sardegna sabaudo.
S'hymnu sardu nationale
S'hymnu sardu nationale | |
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Compositore | Vittorio Angius (testo) Giovanni Gonella (musica) |
Tipo di composizione | Inno patriottico |
Epoca di composizione | anni trenta del XIX secolo |
S'hymnu sardu nationale (in italiano, "L'inno nazionale sardo") fu l'inno del Regno di Sardegna sabaudo[1].
Storia
Risale agli anni trenta del XIX secolo, fu scritto dal sacerdote, secolarizzatosi nel 1842, Vittorio Angius[2]. La musica invece venne composta dal maestro sassarese Giovanni Gonella (1804-1854), musicante della "Brigata Regina".
La prima esecuzione ebbe luogo al teatro Civico di Cagliari il 20 febbraio 1844.
Lo spartito originale è stato ritrovato nell'archivio dell'auditorium di Cagliari dal professor Francesco Cesare Casula, direttore dell'Istituto di storia dell'Europa mediterranea del CNR.
Secondo Casula, l'inno fu sempre tenuto in grande considerazione dai sovrani. L'ultima esecuzione ufficiale fu nel 1937, dal coro della Cappella Sistina, direttore Lorenzo Perosi, per espresso desiderio di Vittorio Emanuele III di Savoia, durante la cerimonia per il conferimento della Rosa d'Oro alla regina Elena da parte di papa Pio XI.
L'inno, scritto in sardo, venne affiancato alla preesistente Marcia Reale[3], la quale fu sostituita dopo la proclamazione della Repubblica Italiana, nel 1946, dal Canto degli Italiani di Goffredo Mameli e Michele Novaro.
Nel 1991 S'Hymnu sardu nationale è stato eseguito dalla banda dei Carabinieri al Quirinale il 29 maggio, nel tradizionale ricevimento offerto al corpo diplomatico straniero. Era inteso come un omaggio alle origini sassaresi del Presidente della Repubblica Francesco Cossiga. Venne suonato nuovamente al momento delle sue dimissioni da Capo dello Stato, il 28 aprile 1992.
Nel 2001 venne eseguito, su sua disposizione, ai funerali di Maria José di Savoia, ultima regina d'Italia[4].
Interpreti
- Coro Barbagia[5]
- Cappella musicale pontificia sistina
- Camilla Rota
- Bertas[6]
- Sos Canarjos Coro di Nuoro
- Banda musicale dell'Arma dei Carabinieri dir. Luigi Cirenei
- Coro Michele Novaro di Torino
- Coro Nugoro Amada di Nuoro
Discografia
- 1966, Sardegna canta e prega, Coro Barbagia, Vik – (KSVP 206) e 1972 RCA Italiana INTI 1371
- 1972, Adios Nugoro amada, Coro di Nuoro, Joker
- 1993, Coro Nugoro Amada nell'album Ammentos
- 1993, Bertas nell'album Amistade
Testo
Il testo dell'inno è in sardo logudorese[7] (sulla destra la sua traduzione in italiano):
(SC)
«
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(IT)
«
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(Vittorio Angius, S'hymnu sardu nationale) |
Note
- ^ Il primo inno d'Italia è sardo Gian Nicola Spanu
- ^ deputato al Parlamento Subalpino, fervente liberale, benemerito cultore delle patrie memorie di cui è testimonianza il suo larghissimo contributo al monumentale Grande Dizionario Geografico, storico, statistico, commerciale degli stati di S.M. il re di Sardegna del Casalis, la cui voce Sardegna, che occupa ben tre volumi è opera sua
- ^ Era l'inno dell'Italia monarchica, affiancato alla preesistente Marcia Reale, suonato obbligatoriamente nelle accademie militari durante le manifestazioni, le esercitazioni e alla fine della messa (fino alla caduta della monarchia), in Il primo inno d'Italia è sardo Gian Nicola Spanu
- ^ La Repubblica on line 2 febbraio 2001
- ^ Sardegna canta e prega, 1972
- ^ Unu mundu bellissimu, 1988
- ^ S'innu de su Regnu de Sardigna, ammentos de una monarchia "sarda", Limba Sarda 2.0
Bibliografia
- Vittorio Angius, Inno sardo Nazionale composto e dedicato al Consiglio civico di Cagliari da Giovanni Gonella, capo-musica. Parole di Vittorio Angius, Torino, calcografia Magnini, 1848.
- Storia Illustrata n. 268 marzo 1980 (È un sacerdote l'autore dell'Inno sardo, Ernesto Armaroli)
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