Quest'anno i vacanzieri sono aumentati. L'avevate notato?
Sono aumentati sia i turisti italiani (+10%) sia quelli provenienti dall’estero (+5%). Il giro d’affari è di oltre 21 miliardi.
Da Wired | Sara Moraca
Se le spiagge vi sembrano un po’ più affollate, i sentieri di montagna sono meno tranquilli e per passeggiare sul lungomare la sera dovete sgomitare un po’ più del solito, ve lo confermiamo: i vacanzieri quest’anno sono aumentati. Non si parla però solo di turismo nazionale, ma anche di una crescita di stranieri che hanno scelto l’Italia come meta per le proprie ferie estive.
Per quanto riguarda il turismo nazionale, i dati di Federalberghi offrono un ottimo spaccato: i numeri che vanno consolidandosi per il periodo giugno-settembre parlano di un’estate di vacanze per 33,3 milioni di persone tra maggiorenni e minorenni, pari al 55% dei connazionali, che costituisce un +9,5% rispetto al 2015. Di questi, 22 milioni si metteranno in movimento proprio durante il mese di agosto. Questo incremento si rifletterà anche sul giro d’affari che chiuderà con un +17,2% passando dai 18,3 miliardi di euro del 2015 ai 21,5 miliardi di euro di quest’anno. La durata media quest’anno è di 11 notti rispetto alle 8 notti del 2015 e nel 74,5% dei casi (quasi 25 milioni) gli italiani rimarranno in Italia, mentre nel 25,5% dei casi (quasi 8,5 milioni) andranno all’estero.
E mentre alcuni italiani scelgono l’estero, cresce il numero di stranieri che affollano le spiagge italiane: tra fine giugno e fine luglio sulle spiagge italiane i turisti provenienti dall’estero sono aumentati del 5,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Lo rileva una indagine effettuata da Cna Balneatori tra 531 titolari di altrettanti stabilimenti aderenti all’associazione presenti in 55 località costiere di tutte le regioni italiane bagnate dal mare.
Tra le regioni, a segnare la crescita relativa più decisa è la Sardegna (+13%), tallonata dal Friuli Venezia Giulia (+12,5%). Ma il segno positivo, anche se non a due cifre, accomuna tutti. Nell’ordine, seguono le prime due della classe il Veneto (+6,4%), la Basilicata (+5,7%) e la Sicilia (+5,6%).
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