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Salute mentale: le cause e i rischi della solitudine

Si sente spesso dire che gli esseri umani sono animali sociali, eppure molti si sentono soli e faticano a provare un senso di connessione con altre persone.

La solitudine è un’emozione universale, ma per ognuno nasce da circostanze uniche che rendono complesso identificare soluzioni che funzionino per tutti.

Cosa intendiamo con solitudine

In questo contesto, la solitudine è intesa come un’emozione di disagio derivata dal divario tra il nostro desiderio di sentirci vicini ad altre persone e la nostra esperienza effettiva. Non significa semplicemente essere da soli, ma implica un senso di isolamento, distacco dagli altri e vuoto interiore. Può capitare di essere in compagnia di molte persone, ma di sentirsi comunque soli e distanti dagli altri: pensiamo ad esempio alla prima lezione in università di uno studente fuori sede appena giunto in una nuova città nella quale non conosce nessuno. È poi vero anche il contrario: essere da soli non vuole per forza dire soffrire la solitudine. Passare del tempo per conto proprio può essere necessario per concentrarsi, riposare o ricaricarsi, ma se si tratta di una condizione volontaria non causa lo stesso senso di vuoto e disagio.

 

Cause della solitudine

 

In molti casi, la solitudine è collegata alle circostanze attuali nella vita di una persona. La si può provare dopo un trasloco in una nuova città, una separazione, la perdita di una persona cara, il passaggio a una nuova scuola o all’università.

Non è raro che il senso di isolamento tipico della solitudine accompagni alcune condizioni psichiche, come la depressione. Uno dei segnali di questo disturbo è proprio la tendenza a isolarsi dagli altri ed evitare le occasioni di socializzazione. La depressione è anche una possibile conseguenza della solitudine: si rischia di innescare quindi un circolo vizioso dal quale non è facile uscire. Prima di giungere a una situazione nella quale non si intravedono vie d’uscita, il supporto di un professionista può fornire strategie e suggerimenti per riprendere a poco a poco a sentirsi vicini agli altri. Chi ha difficoltà a livello sociale può provare a questo link un percorso di terapia online, efficace come quella in presenza e più accessibile.

Altri fattori psicologici che possono contribuire sono una bassa autostima, che ostacola le relazioni interpersonali, ma anche il carattere di ognuno. Le persone introverse sono spesso meno propense a cercare connessione con gli altri, il che a volte può portare alla solitudine.

Capita di frequente anche che la solitudine dipenda non tanto dalla completa mancanza di relazioni, ma da una carenza di connessioni autentiche e genuine con coloro che abbiamo accanto. A volte si comunica poco e male con i familiari, oppure una relazione sentimentale si raffredda, o ancora si ha con i colleghi un rapporto strettamente professionale. Anche in questi casi, un percorso di terapia può contribuire a identificare i fattori che ci rendono insoddisfatti per lavorare poi verso un cambiamento in positivo.

 

I rischi associati alla solitudine

 

L’argomento della solitudine e dei rischi a essa associati è diventato più rilevante che mai durante le fasi della pandemia in cui il distanziamento sociale era la normalità. Abbiamo già accennato ai possibili rischi per la salute mentale, come lo sviluppo di depressione, ma esistono anche diversi effetti negativi per la salute fisica. Questi includono un maggiore rischio di problemi cardiaci, diabete di tipo 2 e artrite. La solitudine può contribuire anche a un abuso di alcol o sostanze stupefacenti, a una progressione più rapida della malattia di Alzheimer e a un peggioramento delle funzioni cognitive, come la memoria, l’apprendimento e la capacità di prendere decisioni. Per questo è fondamentale riconoscere la solitudine come problema, e non esitare a chiedere supporto a un professionista per cercare insieme soluzioni efficaci per riconnettersi con gli altri.