Da Maradona a Totti e Messi: i numeri 10 più amati degli ultimi decenni
Il 10, il massimo. Il numero di maglia più ambito nel calcio. A questa divisa vengono riconosciuti significati tra i più disparati.
Il 10 viene visto solitamente come il giocatore più importante di una squadra, a prescindere dal fatto che sia o meno il capitano. Anzi, a volte un numero 10 viene eletto come capitano proprio perché essendo l’elemento più iconico del gruppo risulterebbe disdicevole se non lo fosse. Con il 10 il pensiero va evidentemente alla cifra più alta di una scala di valori. Nel calcio possedere la maglia numero 10 può assumere i quindi i connotati di una valutazione. Se sei il 10, sei il migliore. Va da sé che sono stati parecchi i fantasisti e i calciatori dal piede sopraffino che hanno legato la propria vita a questo numero.
Dati e statistiche sui migliori tiratori di punizioni della storia ci rivelano che in tanti indossavano quella maglia, Roberto Baggio, Gianfranco Zola, Michel Platini. Si pensi che Francesco Totti scriveva il 10 sotto al suo nome persino negli autografi. Alla lunga, diventa come un tratto distintivo, tanto che quando un campione che ha indossato quella maglia per tantissimi anni si ritira, spesso si discute sul fatto che debba essere eventualmente ritirata: è successo di recente con lo stesso Totti, ma anche con Del Piero. I 10, comunque, possono essere molto diversi tra loro. Totti è stato un romano che ha giocato sempre e solo nella Roma, mentre Del Piero veniva apprezzato prevalentemente per la vena artistica in campo, a prescindere da qualsiasi senso di appartenenza. Come accadeva con Platini negli anni ’80.
Da qualche anno a questa parte sono molti gli addetti ai lavori che hanno da rimbrottare quando c’è da assegnare la numero 10 nella Nazionale italiana. Il 10 azzurro in assoluto è indubbiamente Baggio, forse l’unico calciatore nostrano in grado di unire tutte le tifoserie. Le immagini di quel rigore del Mondiale ’94 sono scolpite nelle menti di tutti gli appassionati di calcio. Non è un caso che quando c’è da raffigurare il “Divin Codino”, media e pubblicità scelgano di farla puntualmente con la maglia dell’Italia. Di Totti, Baggio e Del Piero, però, non si trovano più: la 10 è finita così anche sulle spalle di vari gregari o esordienti come Giovinco, Vazquez, Thiago Motta e Grifo. Di conseguenza, per alcuni tifosi ha perso un po’ del suo fascino.
Oggi il miglior numero 10 in circolazione è probabilmente Lionel Messi, stella del Barcellona. Già, perché Cristiano Ronaldo è sempre rimasto legato prima al 9 e poi al 7. L’argentino spicca senza dubbio per classe e tecnica e per questo motivo è stato spesso accostato al suo illustre connazionale Diego Armando Maradona, che ne è stato anche il ct ai Mondiali in Sudafrica. La differenza tra i due, però, è sempre stata evidente. Messi non ha mai avuto quell’aria da capopopolo, da trascinatore di folle. Maradona, invece, ha sempre incarnato anche uno spirito di rivalsa sociale.
Chi sarà il miglior numero 10 del futuro quando anche Messi si ritirerà? Questa maglia conserverà ancora il suo significato simbolico o lo stesso rimarrà relegato solo a una mera tradizione? A prescindere dal numero, oggi serve dimostrare in continuazione anche qualità morali per meritare un riconoscimento così sentito soprattutto dai tifosi. Oggi Dybala è il 10 della Juventus e nonostante ciò il ragazzo non è esente da critiche: se non c’è il rendimento, il patibolo mediatico è sempre pronto. Forse sarebbe davvero il caso di rivedere i criteri di assegnazione per non disperdere quel poco di sano romanticismo che è rimasto nel calcio.
Foto | Angelo Romano su Flickr