In Corsica trionfano gli indipendentisti: in Sardegna non pervenuti
Nelle elezioni legislative francesi, i corsi eleggono ben 3 deputati su 4 appartenenti al fronte nazionalista, in Sardegna invece pochissimi segnali di vita di questo schieramento.
Un tempo si diceva che la Corsica e la Sardegna erano “isole gemelle”: questo vale ancora, forse, per tante caratteristiche, e la collaborazione tra la Regione sarda e quella corsa sembra essersi rafforzata negli ultimi tempi, ma sicuramente una grande differenza esiste, ed è quella che riguarda la politica. In Corsica, nazionalisti e indipendentisti sono sempre stati molto più forti che nella nostra isola, in qualche caso anche con eccessi armati, ed oggi celebrano un autentico trionfo, visto che nel secondo turno delle elezioni legislative di ieri quelli di Pé a Corsica hanno eletto tre deputati (su un totale di 4) che andranno all’assemblea nazionale francese. I quotidiani d’oltralpe parlano di un vero “sisma”, che a differenza delle scorse consultazioni territoriali stavolta è arrivato “fino a Parigi”, a partire dalla prima circoscrizione (Alta Corsica), dove il nazionalista Michel Castellani si è largamente imposto al deputato uscente della destra, Sauveur Gandolfi-Sheit, con un 60,5 % a 39,5 %.
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Risultato molto simile anche a Corté – Balagne, dove Jean-Félix Acquaviva ha ottenuto il secondo seggio sconfiggendo il rappresentante della LREM (La République en marche – il movimento di Macron) Francis Giudici, per 63,5 % a 36,5 %. La più grossa sorpresa è però nella seconda circoscrizione, quella del sud dell’isola, dove uno dei due seggi è stato vinto dal dottore nazionalista Paul-André Colombani, che ha battuto l’uscente Camille de Rocca Serra per 55,9 a 44,1%: il risultato è clamoroso soprattutto perché la famiglia Rocca Serra deteneva quel seggio, con varie personalità, addirittura dall’inizio del secolo scorso. Unico seggio non nazionalista è quello vinto per la destra di Les Républicains da Jean-Jacques Ferrara, che ha battuto il rappresentante di Macron, lasciando quindi il trionfatore di queste elezioni senza nemmeno un seggio in terra corsa.
E la Sardegna? Nonostante l’agitarsi di tante tendenze indipendentiste di varia estrazione, dopo la delusione delle ultime regionali non si sono visti grandi segnali di vita nemmeno in queste amministrative. L’unico successo degno di nota è quello del sindaco di Bauladu, Davide Corriga, unico candidato presente nel paese ed uscente, ma riconfermato con un buon risultato. Per il resto, l’indipendentismo (o nazionalismo) sardo non sembra certo in gran forma, autorevoli esponenti autonomisti inseguono il razzismo della destra salviniana, e l’assessore che con mille contestazioni rappresentava questo mondo nella giunta Pigliaru (Maninchedda) si è di recente dimesso. Il suo è comunque l’unico partito che rivendica un successo alle comunali, visto che soprattutto nei grandi centri (Oristano e Selargius) al voto la settimana scorsa le liste del Partito dei sardi si sono attestate intorno al 6%, e secondo il segretario nazionale, Franciscu Sedda, rappresentano “l’unico partito indipendentista a radicamento nazionale” i cui candidati hanno “dato vita o partecipato in tutta la Sardegna a decine di esperienze civiche in molti casi vincenti (come Ozieri, Tresnuraghes, Girasole) o ad un passo dalla vittoria (come Terralba e Sant’Antioco)”.
Foto via Nuova Solaria su Twitter