Il 2017 per la Sardegna sarà l’Anno Gramsciano
- Scritto da Effe_Pi
La Giunta regionale sarda dichiara il prossimo l'anno dedicato al pensatore nato ad Ales, con una serie di eventi in particolare nelle ricorrenze di nascita e morte del fondatore del Partito Comunista.
Il suo pensiero, radicale e nazionalpopolare, marxista ma aperto alle altre culture, come quella autoctona sarda, è tornato da tempo di moda, in Italia e non. Ora, anche la Regione Sardegna ha deciso di celebrare uno dei suoi figli più illustri dal punto di vista del pensiero, l’ideologo e fondatore del Partito Comunista Italiano, Antonio Gramsci. Nato ad Ales nel 1891 e morto nella galere fasciste romane 46 anni dopo, il pensatore sarà celebrato dall’isola nel 2017 con l’iniziativa dell’Anno Gramsciano, istituto nei giorni scorsi dalla Giunta regionale sarda. L’iniziativa, lanciata dall’assessore alla cultura, Claudia Firino, coinvolgerà le Università, la Fondazione che porta il suo nome, le Associazioni più rappresentative intitolate allo studioso e la Fondazione Banco di Sardegna.
Le iniziative culturali dell’anno prossimo saranno portate avanti in diversi comuni della Sardegna, in particolare quelli nei quali l’intellettuale è vissuto e in cui ha sviluppato la sua attività, come Sorgono, Santu Lussurgiu e la stessa Cagliari. Gli eventi si terranno principalmente in occasione del 125° anniversario della nascita (22 gennaio 2016) e dell’ottantesimo anniversario dalla sua scomparsa (27 aprile 2017). Proprio la Firino ha parlato di un’iniziativa che nasce "dalla volontà di dare un marcato rilievo anche istituzionale alla figura di Antonio Gramsci, come politico, giornalista, pensatore e intellettuale riconosciuto e studiato a livello internazionale, e ancora per diffondere quanto più possibile tra le giovani generazioni quella che è l’universalità, la profondità e l’alto valore morale ed educativo del suo pensiero e delle sue riflessioni. La Sardegna ha bisogno di riappropriarsi di questa figura in maniera sostanziale, attivando momenti di approfondimento e di confronto culturale, e queste ricorrenze ci forniscono un’occasione da cogliere per poterlo fare".