De André e la Sardegna: un film li racconta
- Scritto da Effe_Pi
Il documentario di Gianfranco Cabiddu, in anteprima ieri a Roma, racconta il legame tra "Faber" e l'isola tra musica, cultura e agricoltura.
Un omaggio a Fabrizio De Andrè e allo speciale legame con la Sardegna del grande cantautore genovese. È tutto dedicato a “Faber in Sardegna”, come recita già il titolo, il nuovo documentario di Gianfranco Cabiddu dedicato al celebre artista che non abbandonò la sua amata isola nemmeno dopo aver subito un sequestro dall’Anonima. Il lavoro, della durata di 58 minuti, è stato presentato al Teatro Studio Borgna dell’Auditorium Parco della Musica di Roma. La sua uscita nei cinema italiani é invece prevista a gennaio.
"Fabrizio de Andrè ha dimostrato per certi aspetti, di essere più sardo di tanti altri – afferma Gianfranco Cabiddu – di questa terra ne ha colto la profondità, l'umanità della sua gente, ha condiviso la bellezza dei paesaggi, la lingua, le musiche ed esperienze di vita forti". Al centro del documentario c'è l'Agnata, la tenuta agricola gallurese ai piedi del Limbara con i suoi affascinanti dintorni. Cabiddu dà voce al paesaggio, ai silenzi, ai personaggi. "Ho voluto mettere l'accento sulla svolta, quella di un uomo che, smessi i panni dell'artista, ha indossato quelli del contadino e dell'allevatore - spiega il regista - nell'immagine della locandina è ritratto con le mani sporche di terra".
'Faber in Sardegna' alterna passato e presente: il passato è evocato dalle rare immagini d'archivio che lo ritraggono all'Agnata, fotografie e spezzoni di filmati familiari, mentre il presente è quello scandito dalle note delle sue canzoni eseguite da artisti e gruppi che si esibiscono in concerti unplugged all'Agnata. Il racconto si snoda anche attraverso i ricordi indelebili di quanti lo hanno conosciuto: personalità della cultura, tra cui Renzo Piano, e della musica e i suoi tanti amici sardi, come ad esempio, Filippo Mariotti, il fattore dell'Agnata, il commercialista Franco Maciocco. "Ci sarà anche il racconto di Don Salvatore Vico - aggiunge il regista -, l'emissario che prese parte alle trattative con i banditi per la liberazione. Toccante é il contributo di Dori Ghezzi, che mi accompagna in questo viaggio".