Acqua: è la giornata mondiale tra sprechi e referendum
- Scritto da Effe_Pi
Fa discutere la gestione della risorsa, in Sardegna fallita la consultazione di Oristano su Abbanoa ma restano i problemi di dispersione nella rete.
L’acqua e la sua gestione continuano a far discutere la Sardegna, ma il primo tentativo serio di scalfire seriamente il controllo del gestore unico regionale Abbanoa è fallito insieme al referendum celebrato domenica scorsa ad Oristano per richiedere una gestione diretta del servizio idrico. L’argomento è di attualità anche perché oggi si celebra la Giornata mondiale dell’acqua, e ovunque si riconosce la giusta importanza al nostro oro blu, per quanto non manchino problemi di consumi eccessivi e sprechi. La consultazione oristanese ha visto recarsi alle urne il 33,15% degli aventi diritto, vale a dire 8.850 elettori, a fronte di 26.697 possibili elettori. Troppo pochi per rendere valido il referendum consultivo che era stato proposto da un Comitato nel quale sedevano tutte le rappresentanze consiliari di opposizione al Comune di Oristano.
Sul fallito referendum, il primo del genere in Sardegna, si era concentrata l'attenzione del mondo politico regionale specie negli ultimi giorni, dopo che una rappresentanza di 23 consiglieri regionali ha messo in discussione la gestione idrica di Abbanoa. Gli oppositori della società regionale però non demordono, e ricordano di aver ottenuto "quasi novemila voti nonostante il boicottaggio pianificato dal Partito Democratico e dal sindaco Guido Tendas, ma la battaglia è solo all'inizio", mentre il sindaco Guido Tendas si toglie qualche sassolino dalle scarpe, ricordando di essere stato accusato dal comitato di essere “il difensore di Abbanoa” quando in realtà è stato lui a portare in giudizio la società “per costringerla a rispettare il contratto col Comune” essendo anche denunciato dalla stessa Abbanoa “con un ricorso al Capo dello Stato".
Di sicuro c’è che di acqua se ne spreca ancora troppa, anche nell’isola: lo dicono i dati dell’Istat elaborati dall’Ispra e relativi al 2015: esaminando 116 capoluoghi di provincia si ha una perdita media del 35,4% dell’acqua che viene immessa in rete, con molte zone che superano il 60%. Tra queste c’è anche Tempio Pausania, col 68,6%, la percentuale più alta in Sardegna: non fa molto meglio Sassari, dove si disperde il 56% e nemmeno Nuoro col 54,9%, proprio ad Oristano c’è un alto 54,7% di spreco e Cagliari arriva addirittura al 59,3%. Situazione leggermente migliore in quasi tutte le altre città sarde, con Olbia che ha il 48,7% di spreco (ma in netto calo dal 62,5% del 2012), Lanusei che è la più virtuosa e si ferma al 13,9% (ha quasi dimezzato dal 24,2% di tre anni prima), Tortolì che “limita” le perdite al 36,7%, Sanluri che arriva al 48,7%, Villacidro che sfonda la soglia del 50 (al 50,2%), Carbonia che è al 31,9% e Iglesias che fa peggio raggiungendo un preoccupante 65,2%.
Foto | Isaac Haïk Dunn su Flickr