Acqua: Santu Lussurgiu vuole gestirla da sé
- Scritto da Effe_Pi
Una lettera del sindaco Diego Loi rivendica la battaglia e contesta l'atteggiamento della regione, che fa problemi sulla gestione autonoma nonostante una legge dello stato la riconosca.
Continua la battaglia per la gestione dell’acqua in paesi sardi come Santu Lussurgiu, tradizionalmente in prima linea per riuscire a controllare in maniera autonoma l’erogazione di questa risorsa vitale. Nonostante lo stato italiano consenta, grazie a una legge nazionale di fine 2015 (la 221 di dicembre), le gestioni autonome, ci sono ancora dubbi a livello regionale, in particolare sulla presunta differenza tra “gestione diretta” e “gestione autonoma”. Proprio su questo va all’attacco il sindaco lussurgese, Diego Loi, che contesta come per la regione l’autonomia sarebbe tale “solo quando qualcuno ci gestisce”, vedendo in questo “una contraddizione in termini”, anche perché il suo comune ha fatto tutto ciò che doveva per “dimostrare il possesso dei requisiti richiesti dalla Legge statale”.
Difficile quindi per un comune sardo, anche tradizionalmente impegnato in una battaglia per l’acqua, abbandonare il contestato gestore unico Abbanoa, e Loi denuncia come su questo si giochi il concetto stesso di autonomia, intesa come “modello esemplare per gli altri, non occasione per erigere nuovi muri e barricate”: l’esempio in questo caso è proprio Santu Lussurgiu, che sull’acqua buona del Montiferru ha costruito un “modello virtuoso di gestione, di sottile e delicato equilibrio con la natura, quale continua dimostrazione delle proprie capacità, fierezza nella fierezza della natura, forza nella forza dirompente delle risorse del territorio”.
Non si tratta una lotta di potere o una questione di carattere banalmente economico, è invece la “ferma convinzione che la nostra autonomia vada esercitata con consapevolezza”, e il primo cittadino parla di una “lotta di identità, che assurge al valore superiore di quella lotta che in Sardegna tutte le amministrazioni nei piccoli paesi in difficoltà compiono quotidianamente, nella lotta allo spopolamento, nella lotta contro l’assottigliarsi dei servizi, nella capacità e possibilità di poter comunque garantire una qualità decente della vita, anche laddove i numeri non sono a nostro favore”.
In conclusione, l’invito agli enti regionali, e al Parlamento Sardo in particolare, è a non scordarsi che hanno “il dovere istituzionale e morale di rappresentare l’Autonomia del popolo sardo e delle comunità che lo compongono”. Questo chiede con forza Diego Loi, come espressione di comunità “pronte a tutto per rivendicare i propri diritti e vederli riconosciuti. Non vi sono barricate su questo tema: tutta insieme la comunità di Santu Lussurgiu è pronta ad unirsi con forza per combattere. E siamo sicuri che le varie comunità della Sardegna, all’esigenza, sapranno stringersi a supporto le une delle altre, come è sempre capitato e come, per fortuna, continua a capitare anche oggi”.
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