Bracconaggio: uccisi muflone e cervo sardo, 9 denunce
- Scritto da Effe_Pi
Operazione della Forestale nel Sud Sardegna, gli animali sono stati colpiti anche all’interno di aree protette e poi scuoiati.
Un esemplare di cervo sardo e un muflone, specie protette, sono stati uccisi da alcuni bracconieri nel Sud Sardegna. In un'operazione contro la caccia illegale l'ispettorato di Cagliari del Corpo forestale regionale ha denunciato in tutto 9 persone, fra Dolianova, Villacidro e Decimomannu, e sequestrato altrettanti fucili, oltre ai resti del cervo, già macellato, e al muflone, che i bracconieri sono stati sorpresi a scuoiare, in un'oasi di protezione faunistica, per recuperare la pelle.
Il cacciatore che ha abbattuto il cervo sardo nelle campagne di Dolianova ne aveva pubblicato un'immagine sui social, mostrando anche il fucile usato per sparargli. Il Nucleo investigativo provinciale del Corpo forestale regionale è risalito alla sua identità anche grazie alla foto. Il fucile gli è stato sequestrato durante una perquisizione, disposta dalla procura di Cagliari, durante la quale sono stati trovati anche i resti dell'animale già macellato.
L'uomo rischia fino a otto mesi di reclusione per abbattimento di specie protetta e fino a un anno per aver conservato l'arma in luogo diverso da quello dichiarato all'autorità di pubblica sicurezza. Il muflone, invece, è stato ucciso da una compagnia di caccia grossa, sorpresa dal personale della stazione forestale di Villacidro in area vietata, nell'oasi di protezione faunistica di Montimannu, durante un controllo. I bracconieri hanno sparato all'animale per poi scuoiarlo e hanno ucciso a pallettoni, munizioni vietate per la caccia, anche due cinghiali.
Sei i cacciatori denunciati sia per attività venatoria in zona vietata sia per l'abbattimento di un esemplare di una specie protetta. Oltre ai capi abbattuti, sono stati sequestrati 6 fucili, le munizioni e i radio collari gps dei cani da caccia, che riportavano i tracciati interni dell'oasi faunistica dove gli animali stanavano la selvaggina. Nelle campagne di Decimomannu, infine, sono stati intercettati un cacciatore che non aveva la licenza di porto di fucile e l'autorizzazione regionale e un conoscente, fermato poco distante, al quale l'arma apparteneva. A entrambi il personale della stazione forestale di Uta ha contestato il reato, in concorso, di porto illegale di arma da fuoco, punti con una pena fino a due anni di reclusione.
Foto | Tristan Ferne su Flickr