Fondi europei: se la Sardegna non li spende
- Scritto da Effe_Pi
La Cgil regionale lancia l'allarme: Regione in ritardo sull'erogazione dei 931 milioni di euro concessi per il Fesr da qui al 2020.
In tempi di polemica antieuro ed istituzioni europee, uno dei punti forti dei sostenitori di queste ultime, specie in aree in difficoltà economica come la Sardegna, è la grande disponibilità di fondi per investimenti sul territorio che vengono messi a disposizione: nel caso dell’isola, considerando solo il Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale) sono ben 931 milioni per il settennio 2014-2020.
Peccato che secondo la Cgil rischino di non essere spesi, e in quel caso la beffa è che la Regione Sardegna li dovrebbe rimandare indietro a Bruxelles. L’allarme è stato lanciato nei giorni scorsi dal sindacato, con il suo segretario regionale Michele Carrus, secondo il quale “lo stato di avanzamento del Piano operativo regionale evidenzia una certa lentezza delle azioni e previsioni di spesa alla quale occorrerebbe far fronte con un intervento tempestivo della Regione”.
Fondi a rischio per la lentezza
Non che vada tutto male, visto che la Regione nella prima parte di legislatura è riuscita a spendere quasi tutti i residui dei fondi strutturali 2007/2013 e ha realizzato una programmazione unitaria, ma per Cgil “resta urgente individuare e rimuovere gli ostacoli che rallentano il ritmo di impegno e spesa dei fondi”. Tra questi, ci sono sicuramente le procedure amministrative complesse e “l’eccessiva frammentazione delle competenze”, sia nel sistema Regione (assessorati, enti, agenzie) sia nelle amministrazioni locali, alle quali spesso “mancano strumenti tecnici e risorse umane capaci di dare tempestivamente risposte operative alle opportunità che il quadro di programmazione offre”. È emblematico – prosegue Carrus - che molte risorse assegnate ad alcuni soggetti regionali come Enas, Area e Abbanoa per la realizzazione di “opere essenziali per i propri servizi, non siano ancora state impegnate né si prevede l’avvio a breve dei relativi bandi”.
931 milioni da spendere in Sardegna
Insomma si procede a rilento, anche per una “debolezza del sistema imprenditoriale”: eppure i soldi ci sarebbero eccome, visto che le previsioni di spesa totale ammontano a 54 milioni per il 2016 e poco più di 269 per il 2018. Mentre c’è chi accusa la regione di favorire chi di questi fondi non avrebbe bisogno, come la Chiesa cattolica, il sindacato prova a indicare una soluzione: potrebbe essere una regia unica regionale in grado di coordinare tutto e semplificare le procedure, con la possibilità ulteriore di creare un “gruppo di lavoro per garantire il supporto tecnico necessario alle amministrazioni locali”.
Gli obiettivi del Piano regionale per il Fesr fino al 2020, sono quelli di aumentare la competitività del sistema produttivo, sostenere l’innovazione e gli investimenti sul capitale umano, valorizzare gli attrattori naturali, ambientali e turistici in un’ottica di sviluppo sostenibile, promuovere l’efficienza energetica e interventi di mobilità sostenibile e le politiche per l’inclusione sociale. In particolare, i 931 milioni di euro totali sono 129 per ricerca scientifica, sviluppo tecnologico e innovazione, 130 milioni per l’agenda digitale, 213 milioni per la competitività del sistema produttivo, 150 per energia sostenibile e qualità della vita, 56 milioni per tutela dell’ambiente e prevenzione dei rischi, 164 milioni di euro per l’ uso efficiente delle risorse e valorizzazione degli attrattori naturali, culturali e turistici e 51 per promozione dell’inclusione sociale, lotta alla povertà e a ogni forma di discriminazione, con 37 milioni per l’assistenza tecnica.
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