Sgominata la gang sarda che assaliva i portavalori. Agli arresti anche un vicesindaco
- Scritto da Effe_E
da La Stampa | di Nicola Pinna
Per il colpo di lunedì il piano era già pronto: studiato nei minimi dettagli. A Voghera, in provincia di Pavia, il blitz sarebbe scattato di buon mattino. L’obiettivo era un furgone portavalori che avrebbe dovuto trasportare milioni di euro. Dalla Sardegna erano già partiti in tre: i più esperti di una grossa banda che la polizia ha sgominato questa mattina. I tre, Luca e Sergio Arzu (fratello e cugino dell’ex latitante ogliastrino Raffaele) ma anche Angelo Lostia sono stati bloccati proprio in Lombardia, all’alba, dagli agenti della Squadra mobile di Cagliari e Nuoro. Si erano già preparati una motosega per tagliare il solito albero che sbarra la strada ai blindati e alcune centraline elettroniche necessarie per aprire (e poi rubare) le auto indispensabili per raggiungere il punto scelto per l’agguato.
In manette nel corso della maxi operazione di oggi sono finiti in 23. Tutti coinvolti nei tantissimi progetti criminali compiuti (e alcuni falliti) dall’organizzazione in tutta la Sardegna. Nell’elenco dei reati contestati ci sono gli assalti ai blindati, ma ci sono anche numerose rapine e anche lo spaccio di una consistente quantità di droga. Il colpo più clamoroso, così si legge negli atti dell’indagine, era stato messo a segno a Nuoro nel 2013: il colpo al caveau di un istituto di vigilanza (un blitz compiuto con tecniche militari) che aveva fruttato quasi sei milioni di euro. Molti degli arrestati erano pregiudicati, ma l’organizzazione si avvaleva del supporto di parecchi insospettabili. Tra cui anche Giovanni Olianas, ex consigliere provinciale e attuale vicesindaco di Villagrande Strisaili, un piccolo paese dell’Ogliastra.
Le accuse non sono uguali per tutti, perché i componenti di questa “associazione a delinquere” partecipavano ai vari “progetti criminali” a seconda delle proprie competenze. «Erano quasi divisi in pool – spiega il capo della Squadra mobile di Cagliari, Luca Armeni – C’era chi progettava e realizzare gli assalti ai portavalori, chi gestiva la droga e chi faceva le rapine ai market o agli istituti di vigilanza. Insomma, non lavoravano tutti insieme. E per questo i reati di cui dovranno rispondere sono differenti. In questo anno e mezzo di indagini abbiamo ricostruito i dieci anni di attività della banda, che nel frattempo si era occupata anche di aiutare un latitante sardo accusato di un sequestro di persona in Campania».
L’operazione “Sfida” era considerata molto rischiosa. E per far scattare gli arresti è stato necessario far scendere in campo, nel cuore della notte, oltre trecento uomini. «Dicevano di essere pronti a sparare contro le forze dell’ordine e per questo anche eseguire gli arresti è stato piuttosto pericoloso – ha spiegato il sostituto procuratore della Dda di Cagliari, Danilo Tronci – L’indagine non era conclusa ma abbiamo deciso di intervenire in questa fase perché la banda aveva progettato un nuovo colpo per le prossime ore. I tre che abbiamo fermato a Voghera erano partiti dalla Sardegna clandestinamente, eludendo i controlli dei porti, forse nascondendosi all’interno di qualche camion. Altri ragazzi sarebbero partiti tra oggi e domani per completare il commando». I soldi del colpo al caveau di Nuoro, comunque, sono spariti nel nulla: la banda, sospetta la polizia, ha avuto il tempo di spartirsi il denaro. Nel corso delle perquisizioni, infatti, gli agenti della Squadra mobile e i militari della Nucleo di polizia valutaria della Guardia di finanza hanno trovato soltanto sessantamila.