Isis in Sardegna tra rischio e propaganda
- Scritto da Effe_Pi
Il sindacato di Polizia dell'Ugl chiede risorse e mezzi per combattere il rischio Islam radicale dagli sbarchi nell'isola, ma finora gli attentati sono stati tutti compiuti da terroristi nati e cresciuti in Europa.
Il terrorismo internazionale, in particolare quello legato all’Islam più radicale, è lo spauracchio di questi tempi, che molti utilizzano per giustificare le proprie posizioni politiche e i razzismi più o meno celati, oppure per chiedere risorse e mano libera negli interventi sul territorio. La psicosi coinvolge anche la Sardegna, anche se sicuramente ci sono obiettivi più “sensibili”, tanto più che tutti gli attentati compiuti finora in occidente sono arrivati in grandi metropoli e da terroristi nati e cresciuti in Europa, dall’ultimo di “Charlie Hebdo” a quelli nella metro di Londra anni fa. Nonostante questa evidenza, i partiti dell’estrema destra italiana (in particolare Lega e Fratelli d’Italia) continuano a segnalare il rischio dell’arrivo di jihadisti dell’Isis dagli sbarchi di profughi provenienti dal Nord Africa, nell’ultimo periodo soprattutto dalla Libia. Sbarchi che come tutti sanno avvengono quasi esclusivamente a Lampedusa.
Tutti questi elementi non hanno impedito al sindacato Ugl (Unione generale del lavoro) della Polizia di stato di lanciare un allarme che riguarda direttamente la Sardegna, chiedendo un piano “per rinforzare con nuovi agenti le Questure di Cagliari e Sassari e nuove divise operative, armi e giubbotti antiproiettile”. Secondo il sindacato storicamente legato al neofascismo missino, potrebbero sbarcare nell’isola “stranieri in qualche modo collegati all’Isis”. I sindacalisti rivolgono la loro attenzione all’ultimo arrivo “di 269 migranti in una carretta del mare lunedì 16 febbraio a Lampedusa”, partita dalla Libia, “paese dove le milizie del Califfo hanno occupato porti e città”. Dei 269, cento “sono giunti in Sardegna e sono stati accolti nelle strutture ricettive, 50 a Cagliari e la rimanenza nelle città di Sassari e Nuoro. Non meno preoccupante - secondo il sindacato di Polizia - è il fenomeno degli sbarchi avvenuti nell’ultimo anno in Sardegna".
Secondo i rappresentanti Alessandro Congiu e Tamara Marcelli, c'è infatti la possibilità che “le organizzazioni di scafisti abbiano studiato una rotta alternativa a quelle più 'trafficate' tra il Nord Africa e il Sud Italia” e non sarebbe “sottovalutabile il rischio correlato al terrorismo dell'Isis, considerate le difficoltà nelle procedure di riconoscimento e identificazione dei migranti. Non si può infatti escludere - concludono - viste le minacce recenti al nostro Paese, che vi siano eventuali potenziali jihadisti tra i profughi".