Mare: pesce raro in Sardegna tra scienza e allarme
- Scritto da Effe_Pi
Catturato nel Golfo di Orosei un raro esemplare di Capolepre, ma i ricercatori del settore non sono d'accordo con l'allarmismo che spesso i media fomentano sui pesci "velenosi".
La biodiversità e la fauna della Sardegna, come nell’isola sanno tutti, sono tra le più variegate e ricche nel bacino del Mediterraneo, ma non sempre le rarità che si scoprono, ad esempio nei nostri mari, sono davvero tali. Ne è un esempio il pasce Capolepre catturato nei giorni scorsi nel Golfo di Orosei, su cui diversi media sardi si sono subito lanciati, dando la notizia del ritrovamento di un esemplare “rarissimo” e “velenosissimo”. In proposito, vengono citati i biologi dell’Acquario di Cala Gonone, che hanno esaminato il Capolepre e tra le altre cose avrebbero decretato che “è un esemplare della famiglia dei pesci palla, dalla forma stranissima con una particolarità che gli permette di gonfiare a dismisura la pancia di acqua”.
Affermazioni quantomeno poco precise, secondo altri esperti di fauna marina come la biologa Manuela Falautano, che ad IteNovas ha invece raccontato che il Capolepre non può essere considerato “super velenoso” né “tantomeno rarissimo, forse lo è in Sardegna, ma in generale nel Mediterraneo viene pescato non di rado”. Infatti, in molte check list delle specie italiane questo esemplare è classificato come “raro” ma mai “rarissimo”. Quanto alla velenosità, la ricercatrice spiega che “tutti i pesci palla sono potenzialmente velenosi, ma come velenosissime e mortali sono accertate solo alcune specie dei mari tropicali, in questo caso si tratta di un esemplare potenzialmente velenoso, il cui consumo è sconsigliato”. Non è la prima volta che il Capolepre genera un allarmismo “almeno in parte ingiustificato”, secondo Falautano, anche perché spesso viene confuso con il più pericoloso Lagocephalus sceleratus, specie proveniente invece dal Mar Rosso.
Dire poi che un pesce abbia “la pancia” che può gonfiare d’acqua, equivale a dire che un essere umano ha “la zampa”, insomma, è un termine totalmente inappropriato, almeno da un punto di vista scientifico. Falautano non è d’accordo nemmeno sul dettaglio che il “rarissimo pesce” abbia “la stranezza” di essere “uguale ai suoi consimili tropicali che dopo l'apertura del Canale di Suez, sono entrati nel Mediterraneo.” Non si possono definire “uguali”, infatti, esemplari di specie diverse, ma al tempo stesso non è affatto “una stranezza” che tra specie congeneri (appartenenti allo stesso genere Lagocephalus) ci siano delle similitudini, sarebbe come trovare strano che due cugini abbiano dei caratteri comuni tra loro, almeno nell’aspetto esteriore. La biologa marina conclude quindi salutando come “benvenuta” l’attenzione dei media verso le specie marine, aliene e non, ma ricorda come "per evitare inutili allarmismi e dare una corrette informazione al cittadino sia opportuna una maggiore precisione, anche su dettagli che possono sembrare di poca importanza".