Dimissioni in bianco: stop dal Parlamento
- Scritto da Effe_Pi
Passa alla Camera la norma contro la lettera di dimissioni firmata insieme al contratto: contrari M5S, Lega e Ncd.
Vi è mai capitato di firmare un contratto di lavoro, quale che sia il genere, e subito prima di dover sottoscrivere anche una lettera in bianco di dimissioni? che ne abbiate avuto esperienza o no, succede spesso nel nostro paese, soprattutto alle donne (specie se giovani) e ai lavoratori con poca esperienza, ed è un modo che molte (purtroppo) imprese utilizzano per "tutelarsi" verso gravidanze sgradite delle ragazze o eventuali "teste calde" che magari si mettono in mente di migliorare le proprie condizioni di lavoro e quelle dei colleghi. Un vero e proprio ricatto, insomma, oltre che un attacco al diritto alla maternità, che avrebbe coinvolto 800mila donne nate dopo il 1973 e contro il quale la Camera dei deputati ha appena approvato una nuova legge. A Montecitorio hanno votato a favore Sel (che ha presentato la proposta) il Pd e Forza Italia, mentre contrari sono stati Ncd, Lega nord e (a sorpresa) Movimento 5 stelle. Il testo, firmato tra gli altri da Nichi Vendola e Titti Di Salvo, riprende una legge già approvata nel 2007 (e subito cancellata dal governo Berlusconi nel 2008), con la quale si imponeva che le dimissioni fossero presentate su moduli identificati "da codici numerici progressivi e validi non oltre quindici giorni dalla data emissione, per evitare appunto la data «in bianco»".
Una norma semplice ma che secondo i promotori sarà efficace come già era accaduto nel breve periodo della sua applicazione, che tra l'altro non riguarda solo i lavori dipendenti ma anche quelli cosiddetti flessibili (ancora più a rischio), visto che vengono citati "i contratti di collaborazione coordinata e continuativa, anche a progetto, i contratti di collaborazione di natura occasionale, i contratti di associazione in partecipazione di cui all'articolo 2549 del codice civile per cui l'associato fornisca prestazioni lavorative e in cui i redditi derivanti dalla partecipazione agli utili siano qualificati come redditi di lavoro autonomo, nonché i contratti di lavoro instaurati dalle cooperative con i propri soci". L'approvazione, che dovrà essere confermata dal Senato, viene salutata come una vittoria dalla Di Salvo di Sel, che sottolinea come venga "ripristinata una norma di civiltà che elimina l’odiosa pratica delle dimissioni in bianco, un ricatto fatto al momento dell’assunzione, sopratutto nei confronti delle ragazze, dei ragazzi e delle giovani madri. Ora il Senato approvi il più rapidamente possibile questo provvedimento con buona pace di Grillo e di Sacconi".
Infatti, insieme ai "pasdaran" della destra, si nota tra gli oppositori della legge la presenza dell'ex comico Beppe Grillo, che con le critiche espresse nel suo blog ha "dato la linea" a M5S, che infatti in Parlamento ha votato contro. Grillo sostiene infatti che la legge sia "un'altra bugia di Renzi", e parla di presunte pressioni di Confindustria a Montecitorio, che secondo lui hanno portato a neutralizzare la convalida delle dimissioni "proprio per le lavoratrici giovani, neospose e neomamme". In realtà, il fatto che esistano moduli numerati progressivamente dovrebbe servire proprio a garantire che le dimissioni vengano firmate nel momento in cui vengono decise dall'azienda e non al momento dell'assunzione, quindi non si capisce quali siano in questo caso le "bugie" del presidente del consiglio, che peraltro non è il promotore della legge. In questo caso, l'opposizione di Grillo e del suo movimento sembrano insomma preconcette e forse determinate dalla campagna elettorale in corso per le europee, visto che riconoscere ad un provvedimento degli "avversari" politici aspetti positivi potrebbe accrescere i consensi di questi ultimi.