Carceri: in Sardegna fuori mamma e neonato
- Scritto da Effe_Pi
Esce da Buoncammino la detenuta: sconterà al pena a Macomer col braccialetto elettronico di sorveglianza.
Il sovraffollamento delle carceri, e la presenza nei penitenziari italiani e sardi di bambini piccolissimi e incolpevoli, che sono costretti a passare parte della loro infanzia in cella a causa dei reati commessi dalle proprie madri. Sono due problemi collegati su cui oggi, finalmente, qualcosa sembra cambiare, a partire proprio dalla Sardegna: è infatti notizia di oggi che hanno lasciato il carcere di Buoncammino, a Cagliari, Claudja Radu, 31 anni, madre di 4 figli, e la piccola Sara, 54 giorni, 28 dei quali trascorsi in cella. La donna sconterà infatti la pena di 2 anni e 2 mesi di reclusione nella sua dimora di Macomer, sorvegliata con il braccialetto elettronico. A darne notizia, è stata Maria Grazia Caligaris, presidente dell'associazione ''Socialismo Diritti Riforme'', avendo appreso che ''stamattina, accompagnate alla stazione da un volontario dell'Orsac (Opera Redenzione Sociale Assistenza Carceraria), mamma e figlia hanno potuto riprendere la strada di casa".
È quindi andata a buon fine la richiesta, formulata dall'avvocato della Radu, di accedere per la prima volta in Sardegna al braccialetto elettronico, per una delle due mamme detenute a Buoncammino dal 24 dicembre scorso. I tecnici hanno infatti potuto facilmente verificare la compatibilità dello strumento elettronico al luogo di residenza della donna, un campo rom che si trova a circa 4 chilometri dal centro urbano di Macomer. ''Sono rimaste invece ancora in carcere – aggiunge Calligaris - Sabrina Marinkovic, 24 anni,e la piccola Valentina, 52 giorni. La donna, raggiunta da un ulteriore provvedimento definitivo di cinque mesi, è in attesa dell'esito del sopralluogo nel campo nomadi di Roma dove si trova il marito". In ogni caso, un precedente importante, per iniziare a svuotare le prigioni italiane e soprattutto per evitare traumi a bambini piccoli che già vivono situazioni familiari particolarmente complicate, cui certo non può far bene passare la loro prima infanzia in una cella.